Una nuova cura per il tumore al seno metastatico
E’ un anticorpo coniugato, che raddoppia la sopravvivenza delle pazienti
Ecco una buona notizia per le pazienti oncologiche: c’è una nuova cura per il tumore al seno metastatico. La novità arriva dall’America e anche gli oncologi italiani si dichiarano molto soddisfatti.
Alcuni definiscono questa terapia ‘rivoluzionaria’, perché si tratta di un anticorpo coniugato, ovvero di un farmaco molto efficace e più tollerato della classica chemio. Hai anche tu un cancro metastatico? Allora leggi subito questo articolo per saperne di più.
Che cos’è l’anticorpo coniugato
Gli oncologi di tutto il mondo stanno mostrando ottimismo verso questa nuova classe di farmaci, gli anticorpi coniugati. Quello per il tumore al seno metastatico si chiama trastuzumab deruxteca. Ma come funziona? In pratica, è una specie di chemioterapia intelligente, efficace ma con minore effetti collaterali e, quindi, più tollerata dalle pazienti. Infatti, l’anticorpo “trasporta” più molecole di un chemioterapico; queste molecole agiscono contro le cellule e lo fanno direttamente e solamente nella sede del tumore.
La sperimentazione di questa terapia ha coinvolto quasi 600 donne tra Europa, Nord America e Asia e i risultati sono stati davvero incoraggianti: le pazienti hanno registrato una riduzione del rischio di progressione della malattia del 49% e una riduzione del rischio di morte del 36% rispetto alla chemioterapia. Dati alla mano, la sopravvivenza risulta quindi raddoppiata e la qualità della vita migliora notevolmente.
“La sperimentazione di questa terapia ha coinvolto 600 donne tra Europa, America e Asia e i risultati sono incoraggianti: le pazienti registrano una riduzione del rischio di progressione della malattia del 49% e una riduzione del rischio di morte del 36% rispetto alla chemio".
Per chi è indicata la nuova cura
L’anticorpo coniugato funziona con le donne che hanno un tumore con una bassa espressione della proteina HER2. Tecnicamente, il tumore viene definito HER2-low. Queste pazienti ‘esprimono’ poco HER2, ovvero hanno bassi livelli di questa proteina e infatti i farmaci classici, che agiscono colpendola, con loro non danno buoni risultati.
In Italia, si tratta del 55% di tutte le diagnosi di carcinoma mammario e migliaia di loro sviluppano la malattia metastatica. Il nuovo farmaco, quindi, rappresenta una svolta.
Ma le novità, per fortuna, non si fermano qui. Sempre dall’America arriva un’altra terapia mirata per il carcinoma alla mammella metastatico. Si chiama tucatinib, un inibitore tirosin-chinasico (una molecola che inibisce l’azione della tirosin-chinasi, un enzima che fa proliferare le cellule malate) che viene somministrato in combinazione a trastuzumab e a un altro chemioterapico già conosciuto, la capecitabina. Il mix dei tre farmaci ha ridotto il rischio di morte del 34% e si è dimostrato efficace anche nelle fasi più avanzate della malattia e in caso di metastasi cerebrali.
Quindi, se hai un tumore al seno metastatico informati e chiedi se questi nuovi protocolli sono adatti al tuo caso e sono disponibili nell’ospedale in cui ti stai curando.
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