4 Minuti18 Marzo 2024

Vaccino per il melanoma: svolta nella cura


Il vaccino contro il melanoma sviluppato da Moderna e MSD non è preventivo, ma terapeutico: punta a ridurre il rischio di recidiva nei pazienti operati per melanoma in stadio avanzato. Basato sulla tecnologia a mRNA e somministrato in combinazione con immunoterapia, è attualmente in fase III di sperimentazione e potrebbe ottenere un’approvazione accelerata già nel 2025.

Il vaccino contro il melanoma rappresenta una delle più promettenti innovazioni nel campo dell’oncologia. A differenza dei vaccini tradizionali, non ha lo scopo di prevenire la malattia, ma di trattarla. Si parla infatti di vaccino terapeutico: una strategia che mira a ridurre il rischio di recidiva nei pazienti che hanno già ricevuto una diagnosi di melanoma in stadio avanzato e sono stati sottoposti a chirurgia.

La notizia dei primi pazienti che stanno testando il vaccino ha creato molto entusiasmo tra i malati. Ma dall’Istituto dei Tumori napoletano invitano alla calma. “Ci vorrà qualche anno prima di avere i risultati definitivi” spiega il Prof. Ascierto. “La nostra speranza è quella di poter dare una nuova e più efficace opzione terapeutica a quanti più pazienti possibili”. 

Cos'è un vaccino a mRNA terapeutico

La tecnologia alla base di questo vaccino per il melanoma è la stessa utilizzata nei vaccini anti-Covid: l’mRNA, una molecola che trasporta le istruzioni necessarie per attivare una risposta immunitaria. Nel caso del melanoma, l’mRNA sintetico viene progettato per istruire il sistema immunitario a riconoscere proteine specifiche (i cosiddetti neoantigeni) espresse dalle cellule tumorali mutate. Questo consente di attivare una risposta mirata contro eventuali cellule maligne residue dopo l’intervento chirurgico.

Uno studio personalizzato e combinato con l’immunoterapia

Il vaccino sperimentale più avanzato, denominato mRNA-4157/V940, è sviluppato da Moderna in collaborazione con MSD. Viene somministrato in combinazione con l’immunoterapia a base di pembrolizumab (Keytruda), già utilizzata nel trattamento del melanoma. I risultati della fase II (studio KEYNOTE-942) hanno mostrato una riduzione del rischio di recidiva del 49% e un aumento della sopravvivenza libera da malattia dal 55,6% al 74,8% in un periodo di 2,5 anni

A chi è destinato il vaccino

Il vaccino contro melanoma è attualmente disponibile solo nell’ambito di studi clinici. I candidati ideali sono pazienti operati per melanoma in stadio IIB, III o IV, con un elevato rischio di recidiva. I principali centri italiani coinvolti nella sperimentazione includono l’Istituto dei Tumori Pascale di Napoli e l’IEO di Milano.

La partecipazione allo studio di fase III (trial V940-001), iniziata nel 2024 e che coinvolgerà oltre 1.000 pazienti a livello globale, rappresenta l’ultima fase di verifica prima della possibile approvazione da parte di FDA e EMA. I risultati preliminari, se confermati, potrebbero permettere un’approvazione accelerata già nel 2025.

Prospettiva e speranze a breve termine

Attualmente, il vaccino è accessibile solo attraverso trial clinici, richiede una complessa personalizzazione per ciascun paziente, e non tutti i malati sono candidabili. Tuttavia, se l’efficacia sarà confermata, l’approccio potrebbe estendersi anche ad altri tumori solidi.

Parallelamente, sono in sviluppo ulteriori vaccini a mRNA, come BNT111 di BioNTech e STX-001, ciascuno con strategie di targeting molecolare differenti. Inoltre, si esplorano terapie cellulari innovative come il trattamento con linfociti infiltranti il tumore (TIL), già approvato negli Stati Uniti per alcune forme avanzate di melanoma.

In conclusione, il vaccino per il melanoma basato su mRNA rappresenta un enorme passo avanti nella lotta contro questa forma di tumore della pelle. Se i dati delle sperimentazioni in corso verranno confermati, già nel 2025 potremmo assistere a una vera rivoluzione terapeutica: una nuova speranza concreta per chi combatte quotidianamente contro il melanoma.

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