4 Minuti18 Marzo 2024

Melanoma: tutto quello che devi sapere sul vaccino


All’Istituto dei Tumori di Napoli è partita la somministrazione sui primi pazienti. Qui ti spieghiamo come funziona il vaccino anticancro

Alfredo ha 71 anni, viene dal Molise e ha lavorato come medico per una vita. E ora è il primo paziente italiano a cui è stato somministrato il vaccino per la cura del melanoma, all’Istituto dei tumori Pascale di Napoli. La prima donna, invece, si chiama Michela, ha 45 anni e origini trentine.

La storia di questi due pazienti ha fatto il giro d’Italia, tra giornali e tg, e scommettiamo che anche tu ne hai sentito parlare. E se hai un melanoma, ti starai facendo moltissime domande: come funziona questo vaccino? Quando sarà disponibile? In questo articolo, cerchiamo di risponderti e di fare chiarezza.

È un vaccino che cura il melanoma (non lo previene)

Il primo dettaglio da sottolineare è che si tratta di un vaccino terapeutico, ovvero che cura chi ha già una diagnosi di melanoma. Non si tratta, quindi, di una profilassi da fare come prevenzione. Il vaccino è stato ideato dall’azienda farmaceutica americana Moderna e nelle prime due fasi sperimentali ha dimostrato una notevole efficacia.

Il secondo dettaglio è che si tratta di un vaccino a mRNA. Forse hai già sentito queste parole: durante la pandemia causata dal Covid se ne è parlato a lungo perché diversi vaccini usati proprio contro il virus erano a mRNA. Che cosa significa? “Per dirla in termini semplici, l’mRna è quella molecola preziosissima perché porta alle nostre cellule le ‘istruzioni’ per riprodursi” spiega il professor Paolo Ascierto, direttore dell’Unità di Melanoma, immunoterapia oncologica e terapie innovative dell’Istituto nazionale dei Tumori Pascale di Napoli.

"Per il vaccino, si crea in laboratorio dell’mRNA sintetico, che dà al sistema immunitario le istruzioni per riconoscere le cellule malate e attaccarle. Se vogliamo essere precisi, possiamo dire che l’mRNA viene progettato per 'istruire' il sistema immunitario a riconoscere specifiche proteine, chiamati 'neoantigeni', che esprimono quelle mutazioni genetiche avvenute nelle cellule malate". 

“Per il vaccino, si crea in laboratorio dell’mRNA sintetico, che dà al sistema immunitario le istruzioni per riconoscere le cellule malate e attaccarle” prosegue il Prof. Ascierto. “Se vogliamo essere precisi, possiamo dire che l’mRNA viene progettato per ‘istruire’ il sistema immunitario a riconoscere specifiche proteine, chiamati ‘neoantigeni’, che esprimono quelle mutazioni genetiche avvenute nelle cellule malate”.

Per averlo ci vorrà tempo

La notizia dei primi pazienti che stanno testando il vaccino ha creato molto entusiasmo tra i malati. Ma dall’Istituto dei Tumori napoletano invitano alla calma. “Ci vorrà qualche anno prima di avere i risultati definitivi” spiega il Prof. Ascierto. “La nostra speranza è quella di poter dare una nuova e più efficace opzione terapeutica a quanti più pazienti possibili”.  Quello che è sicuro è che la sperimentazione proseguirà senza sosta e che il vaccino può essere fondamentale soprattutto per le persone che hanno una diagnosi di melanoma in fase metastatica. E, sempre sul fronte degli studi, i ricercatori italiano stanno anche valutando con grande attenzione i risultati di una cura che combina il vaccino a mRNa all’immunoterapia per i pazienti che sono già stati operati per il melanoma.

Se vuoi saperne di più, continua a seguire il nostro sito dove ti terremo aggiornata su questa importante sperimentazione.