3 Minuti22 Agosto 2022

Arriva la biopsia liquida per il cancro al colon-retto


Uno studio tutto italiano usa un semplice esame del sangue per decidere la terapia più efficace

Un semplice prelievo di sangue, veloce e indolore, che stabilisce la terapia più efficace ed evita, invece, quelle inutili. Ecco l’ultima novità sul fronte delle cure del tumore al colon-retto, tutta targata Italia. Infatti la ricerca, appena pubblicata sulla prestigiosa rivista scientifica Nature Medicine, porta la firma dell’Istituto Candiolo di Torino e dell’Ospedale Niguarda di Milano, con la collaborazione dell’Università degli Studi di Torino e dell’Università degli Studi del capoluogo lombardo.

Gli scienziati si sono concentrati sul tumore al colon-retto metastatico. In questi casi, si usano le terapie con anticorpi monoclonali. Ma non sempre tutto procede per il meglio, dato che queste cure non sono valide per tutti i pazienti. In secondo luogo, la maggior parte dei malati sviluppa poi una resistenza al farmaco e questo permette alla malattia di progredire. “Di solito, in questi casi bisogna somministrare una secondo ciclo di trattamenti, che chiamiamo “rechallenge”, che consiste nel riprendere le terapie dopo un periodo di sospensione, una volta che i geni mutati siano scomparsi e il cancro sia di nuovo sensibile al trattamento” spiega il professor Alberto Bardelli, coautore dello studio e professore all’Università di Torino. “Però è difficile capire quando ricominciare con la cura”.

“E' la prima volta che si utilizza la biopsia liquida per il cancro al colon-retto e il futuro è qui perché si punta su un esame veloce per personalizzare la terapia e, soprattutto, escludere trattamenti non efficaci che causerebbero solo inutili tossicità e sofferenze"

Queste difficoltà, però, ora si possono risolvere con la biopsia liquida. In pratica, si fa un normale prelievo di sangue al paziente e grazie a questo si analizza le tracce che le cellule tumorali lasciano proprio nel flusso sanguigno. “L’analisi di laboratorio di queste tracce fa rilevare, ad esempio, la presenza di specifiche alterazioni del DNA del tumore che possono influire sulla sensibilità o piuttosto la resistenza del tumore ai diversi trattamenti” prosegue il prof. Bardelli. “Così, si capisce in tempo reale la strada da seguire e i tempi per metterla in atto”.

Nello studio, i malati sono stati poi curati con panitumumab, un anticorpo monoclonale ben tollerato e molto efficace e alla fine non c’è stato bisogno della chemioterapia, che purtroppo ha più effetti collaterali. “E’ la prima volta che si utilizza la biopsia liquida per il cancro al colon-retto e il futuro è qui perché si punta su un esame facile e veloce per personalizzare la terapia e, soprattutto, escludere trattamenti non efficaci che causerebbero solo inutili tossicità e sofferenze” conclude Bardelli. “Questa è quella che chiamiamo medicina di precisione, che ha un impatto positivo sulla qualità della vita dei singoli individui”.