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Il diritto all'oblio oncologico: come funziona la nuova legge


La legge sull’oblio oncologico tutela il diritto di dimenticare il proprio passato di malati di cancro. Garantire il diritto all’oblio oncologico è un importante passo avanti versa la costruzione di una società più inclusiva che abbatte le discriminazioni. Un tumore non vale l’altro, e non tutte le neoplasie prevedono la medesima prognosi, infatti la nuova legge sull’oblio oncologico prevede delle tempistiche differenti, come ti spieghiamo in questo articolo. Vediamo quali sono i tempi, che variano in base al tipo di tumore, per ottenere il diritto all’oblio oncologico.

La legge sull’oblio oncologico è entrata in vigore il 2 gennaio 2024. Un norma necessaria per oltre un milione di persone che, guarite dal cancro, continuavano a vedere lesi i propri diritti. La legge sull’oblio oncologico è infatti una norma necessaria perché tutela la facoltà di stipulare un’assicurazione, accendere un mutuo e anche avviare le pratiche per l’adozione di un figlio. Non solo, poter esercitare il diritto all’oblio oncologico significa potere riappropriarsi della propria privacy. Per chi è guarito dal cancro questo significa che non è più necessario informare della malattia quando si partecipa a selezione del personale e concorsi di lavoro, quando si richiedono servizi finanziari e assicurativi, e nemmeno quando si desidera cominciare un percorsi di adozione.

Che cosa significa oblio oncologico

L’oblio oncologico è il diritto alla riservatezza di ogni persona guarita dal cancro. Significa che, grazie alla nuova legge, un ex paziente oncologico non è obbligato a informare nessuno di avere vissuto la malattia e che non può nemmeno essere oggetto di ricerca a questo proposito. La legge sull’oblio oncologico stabilisce finalmente proprio questo diritto e libera da pregiudizi e discriminazioni le persone che da anni sono guarite dal cancro.

La legge tocca tutti i malati oncologici

In Italia, ogni anno, quasi 400.000 persone scoprono di avere un tumore. Mentre i pazienti guariti, che hanno vissuto il percorso oncologico, sono oltre tre milioni. Senza il diritto all’oblio oncologico, fino all’anno scorso queste persone, nonostante si fossero lasciate alle spalle interventi importanti, terapie e disturbi fisici e piscologici, non potevano superare completamente il periodo della malattia. Perché in molto occasione davanti alla richiesta di dichiarare il proprio stato di salute dovevano specificare di avere avuto un tumore. In questi anni abbiamo sentito tante storie di pazienti oncologici ai quali hanno respinto un prestito e di chi ha dovuto abbandonare il sogno di adottare un bambino. Magari sarà capitato anche a te. Adesso non succederà più, proprio grazie al diritto all’oblio oncologico.

“La legge sull’oblio oncologico rispetta il diritto di non essere discriminati in base a fattori personali, tra cui la propria storia clinica”.

Cosa dice la legge sull'oblio oncologico

Secondo il testo approvato della nuova legge sull’oblio il diritto a non rivelare la propria esperienza di malato di cancro scatta dopo 10 anni dalla fine dei trattamenti attivi o dall’ultimo intervento, e dopo 5 anni se la diagnosi è stata ricevuta prima dei 21 anni d’età. Considerata la profonda  differenza che corre tra i diversi tipi di tumore, sono stati previste delle ulteriori differenze dai decreti attuativi. Perché effettivamente, a detta degli esperti, dieci anni sono eccessivi e immotivati per alcuni ex malati oncologici.

Ogni anno queste tempistiche verranno riviste, in considerazione anche dei nuovi risultati ottenuti dalla ricerca, delle innovazioni mediche e delle prospettive di cura che sono in costante evoluzione.

Per ora, quindi, le eccezioni contemplate per ridurre i tempi oltre i quali chi ha avuto una diagnosi di tumore e lo ha curato con successo può esercitare il diritto all’oblio sono le seguenti. 

  • Leucemie acute linfoblastiche e mieloidi, qualunque età: 5 anni dalla fine del trattamento.
  • Tumore al seno, stadio I e II, qualunque età: 1 anno dalla fine del trattamento
  • Cancro del testicolo, qualunque età: 1 anno dalla fine del trattamento
  • Tumore del colon-retto, stadio I, qualunque età alla diagnosi: 1 anno dalla fine del trattamento
  • Cancro del colon-retto, stadio II e III, diagnosi dopo i 21 anni: 7 anni dalla fine del trattamento
  • Tumori del corpo dell’utero, qualunque età: 5 anni dalla fine del trattamento
  • Cancro del collo dell’utero, diagnosi dopo i 21 anni: 6 anni dalla fine del trattamento
  • Melanoma, diagnosi dopo i 21 anni: 6 anni dalla fine del trattamento
  • Tumori della tiroide, donne con diagnosi prima dei 55 anni e uomini con diagnosi prima dei 45 anni, esclusi i tumori anaplastici per entrambi i sessi: 1 anno dalla fine del trattamento
  • Linfomi di Hodgkin, diagnosi prima dei 45 anni: 5 anni dalla fine del trattamento

L'oblio oncologico è una conquista per tutti

Il diritto all’oblio, ovvero a non dichiarare di aver avuto il cancro, diventa quindi effettivo per tutti. Per alcuni dopo un anno, per altri cinque oppure sei, e per molte persone dieci anni dalla fine della terapia. “I cittadini guariti non saranno più discriminati nella vita sociale, professionale e familiare” spiega Francesco Perrone, Presidente di AIOM, una delle associazioni che si è battuta per questa norma. “La norma non tutela solo nei rapporti con banche e assicurazioni ma anche quando si partecipa a un concorso e si iniziano procedimenti di adozione. Siamo soddisfatti perché si tratta di una legge più avanzata rispetto a quanto stabilito in altri Paesi che hanno già adottato iniziative simili”.

Certo, 10 anni non sono pochi. Anzi, possono sembrare una vita intera per chi ha già superato un percorso così faticoso come quello oncologico. Ma questa legge è un ottimo passo avanti per tutti soprattutto perché prevede annuali revisioni delle tempistiche, adeguandole ai progressi della scienza e della medicina che lavorano costantemente per migliorare i processi di guarigione di ogni forma di tumore.