Hai perso la voce per un tumore? C’è una app che ti aiuta
La casa farmaceutica Merck ha studiato questo strumento gratuito per i pazienti oncologici. Se ti serve, leggi subito qui sotto
Hai perso la voce per un tumore? C’è una app che ti aiuta. Se sei appena stato operato per un tumore alla gola, al collo e alla testa e fai fatica a parlare, abbiamo una buona notizia per te.
Oggi infatti c’è una app che può supportarti in questo momento difficile: si chiama ‘La mia voce‘, è stata ideata dalla casa farmaceutica Merck, si scarica gratuitamente da Google Play e da Apple Store ed è facilissima da usare. Te la presentiamo in esclusiva in questo articolo.
Ogni anno, circa 10.000 persone ricevono una diagnosi per questo tipo di tumore. La chirurgia resta la strada più percorsa dai pazienti, ma i problemi alle corde vocali sono uno dei rischi maggiori e così i malati si trovano senza voce, magari anche solo per un periodo. Una condizione che li isola ancora di più e complica anche le azioni quotidiane.
Così la casa farmaceutica Merck ha progettato un’applicazione immediata e gratuita, che si scarica sul cellulare con pochi clic, e si può usare subito per parlare con famigliari, caregiver, amici e medici, visto che si basa su messaggi vocali preregistrati che possono essere usati durante la giornata e personalizzati a seconda delle proprie esigenze. Non solo: c’è anche un traduttore per comunicare ovunque e in ogni occasione e una serie di immagini da allegare ai messaggi.
“Basta toccare una delle 130 icone per riprodurre la relativa frase preregistrata e pronunciata da una voce maschile o femminile, a scelta dell’utente. Le frasi sono proprio quelle utili nella vita quotidiana, da quelli che riguardano gli oggetti, l'ambiente, i sentimenti, le richieste a tavola e le conversazioni con il personale ospedaliero"
Ma come funziona in concreto la app? Basta toccare una delle 130 icone presenti per riprodurre la relativa frase preregistrata e pronunciata da una voce maschile o femminile, a scelta dell’utente. Le frasi sono proprio quelle utili nella vita quotidiana, da quelli che riguardano gli oggetti, l’ambiente, i sentimenti, le richieste a tavola e le conversazioni con il personale ospedaliero.
Se ne possono poi aggiungere di nuove e salvare le più usate nella lista dei ‘preferiti’. Infine, non mancano le icone veloci per riprodurre ‘sì’, ‘no’, ‘non lo so’ e quella per suonare una campanella che attira l’attenzione.
“Non poter parlare provoca frustrazione e senso di isolamento, con gravi conseguenze a livello psicologico e relazionale” spiega Lisa Licitra, professore associato al dipartimento di Oncologia ed Ematoncologia all’Università degli Studi di Milano. “La Mia Voce’ è stata pensata proprio per aiutare i pazienti a superare questa barriera apparentemente insormontabile e a uscire dal senso di emarginazione. La tecnologia (ne abbiamo parlato anche qui) è un’ottima alleata per medici e pazienti: pensiamo, per esempio, alle visite che queste persone devono fare e che con questo strumento diventano più semplici”.
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