Mamme dopo il cancro con la crioconservazione degli ovociti
Perché è importante congelare gli ovuli davanti a una diagnosi di tumore? Perché anche se adesso una gravidanza non fa parte dei tuoi programmi, in futuro, una volta guarita dal cancro potresti voler diventare madre. Con la crioconservazione degli ovociti puoi preservare per un domani il tuo desiderio di maternità e la tua fertilità. Perché se il cancro e le cure oncologiche possono rubarti questo sogno, ci sono ottimi centri per la fertilità dove congelare gli ovuli in Italia. Ne parliamo insieme a un’esperta indiscussa, che nella sua carriera ha fatto nascere 5.000 bambini.
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Diventare mamma dopo il cancro? Oggi è possibile preservare la fertilità così da avere la possibilità di dare la vita, dopo aver rischiato a lungo di perderla. Tutto merito della crioconservazione degli ovociti, la tecnica di congelamento degli ovuli che si effettua prima ancora di cominciare le terapie di cura per il cancro. Ne parliamo con la professoressa Eleonora Porcu, pioniera della procreazione assistita, docente universitaria e per decenni a capo del centro Infertilità e PMA del Policlinico Sant’Orsola di Bologna, con 5.000 gravidanze ottenute nel suo centro e un’ultima soddisfazione prima della pensione: la gravidanza arrivata a termine con una nascita, ottenuta fecondando un ovocita donato e congelato da 14 anni e poi impiantato nell’utero di una ex paziente oncologica con tentativi falliti alle spalle.
“Ho sempre avvertito con forza il dovere di agire per favorire la vita e il desiderio di maternità, soprattutto da parte di quelle donne che in seguito a un tumore vanno incontro a una insufficienza ovarica prematura che non consente di avere figli. Un’ingiustizia che mi ha spinto ad andare avanti su questa strada: i risultati raggiunti oggi sono eccezionali”
Chi è la massima esperta del congelamento ovuli
“Ho iniziato a occuparmi di crioconservazione degli ovuli negli anni Novanta, circondata da dubbi e scetticismo generale. Pochi credevano alle possibilità offerte dalla crioconservazione degli ovociti”. L’idea che potessero sopravvivere dopo lo scongelamento e addirittura essere fecondati con successo fino a generare una gravidanza sembrava fantascienza. Come raccontato anche sul Times: “Nel 1986 in Australia c’è stata la prima gravidanza, ma siamo stati noi siamo i primi ad applicare la tecnica con continuità per le pazienti oncologiche. Fino ad allora si pensava che fosse inutile congelare gli ovociti, le donne colpite dal cancro non avevano alternative”.
Sì, perché il problema è che chi si sottopone a chemioterapia e radioterapia risente di effetti collaterali che possono causare anche amenorrea (assenza del ciclo mestruale) o una forte insufficienza ovarica, cancellando ogni speranza di essere madri una volta guarite dal cancro.
“Io ho sempre avvertito con forza il dovere di agire per favorire la vita e il desiderio di maternità, soprattutto da parte di quelle donne che in seguito a un tumore vanno incontro a una insufficienza ovarica prematura che non consente di avere figli. Un’ingiustizia che mi ha spinto ad andare avanti su questa strada: i risultati raggiunti oggi sono eccezionali”
Le prove del successo della crioconservazione degli ovuli
Non solo numeri, ma nuove vite dimostrano che la crioconservazione degli ovuli è una strada ottima per la preservazione della fertilità in caso di tumore. Uno studio pubblicato sulla rivista scientifica Cancers riporta i risultati di 508 pazienti oncologiche con diversi tipi di neoplasie che, tra il 1996 e il 2021, hanno optato per il congelamento degli ovociti prima di iniziare le cure contro il cancro. Il lavoro di analisi raccoglie 25 anni di dati per dimostrare l’efficacia della terapia per la preservazione della fertilità nelle pazienti affette da tumori.
«È il primo articolo che raccoglie una casistica così ampia e che analizza la crescita e sviluppo a medio dei bambini nati con la tecnica della crioconservazione degli ovociti. Sono storie a lieto fine di figli che, senza il congelamento degli ovociti sotto azoto liquido, non sarebbero mai venuti al mondo».
Oltre un centinaio delle donne che hanno partecipato allo studio sulla crioconservazione degli ovuli si è sottoposto alla tecnica proprio al Policlinico Sant’Orsola di Bologna. Delle 44 che hanno provato a diventare madri attraverso la crioconservazione degli ovociti, 15 hanno portato a termine con successo la gravidanza.
“In pratica, una donna su 3 è riuscita ad avverare il suo desiderio nonostante la malattia” spiega la dottoressa Porcu. “È come se in questo modo si fermasse il tempo: gli ovuli che dieci anni fa erano di una ragazza di 28 anni, oggi hanno ancora 28 anni e se conservati correttamente possono sopravvivere anche 20-30 anni”. Infatti, gli ovociti vengono immersi nell’azoto liquido, un gas liquefatto che arriva alla temperatura di 196 gradi sotto zero, congelandoli. Dopo lo scongelamento, l’80% sopravvive e può essere usato per una fecondazione assistita.
“Per le altre donne che ci hanno provato, il primo tentativo non è andato a buon fine, ma possono comunque confidare negli altri ovociti che hanno a disposizione. Con il congelamento degli ovociti conservati nella banca di ovuli presso la clinica della fertilità, è come avere da parte un tesoro che si può utilizzare una volta guarita o comunque pronte per la maternità”.
Come avviene la crioconservazione degli ovociti
Con la crioconservazione gli ovociti si conservano per anni. Questa procedura permette, infatti, di congelare i tuoi ovuli prima di iniziare i trattamenti contro il cancro o di sottoporti all’intervento. Vediamo come funziona.
- Innanzitutto, si inizia con la stimolazione ovarica: ti verranno somministrati farmaci ormonali che inducono le ovaie a produrre più ovuli maturi del normale. Durante questa fase, vieni monitorata attraverso ecografie e analisi del sangue per seguire lo sviluppo dei follicoli.
- Quando i follicoli hanno raggiunto la dimensione ideale, si procede con il prelievo degli ovociti. Questa è una procedura che viene effettuata in day hospital sotto sedazione, in cui un medico utilizza un ago sottile guidato da ecografia per prelevare gli ovuli dalle ovaie. L’intervento dura generalmente dai 20 ai 30 minuti e, dopo un breve periodo di osservazione, puoi tornare a casa lo stesso giorno.
- Gli ovuli raccolti vengono poi sottoposti a vitrificazione, una tecnica di congelamento rapido che preserva la qualità degli ovociti. Questi vengono conservati in azoto liquido a bassissime temperature fino a quando deciderai di utilizzarli.
- In futuro, quando sarai pronta per una gravidanza, si scongelano gli ovociti e si fecondano così da trasferire gli embrioni ottenuti nel tuo utero per iniziare una gravidanza.
Questa è la sintesi della procedura che, grazie al congelamento degli ovuli, ti offre la possibilità di preservare la tua fertilità prima dei trattamenti oncologici che potrebbero comprometterla.
Più speranze per il futuro
Oggi, grazie al perfezionamento delle tecniche di vitrificazione, uno dei maggiori progressi compiuti nella riproduzione assistita negli ultimi anni, il tasso di sopravvivenza degli ovociti è in aumento. E si guarda con maggiore interesse anche alle prospettive future rappresentate dalla crioconservazione del tessuto ovarico, che mostrano già molti casi di successo, e del tessuto testicolare, ancora in una fase sperimentale. Perché quando la ricerca avanza anche le prospettive per il futuro migliorano.