Tumore e sindromi genetiche: il supporto di Fondazione Mutagens
Quando il tumore è collegato a una mutazione genetica ereditaria, informazione, counseling e comunità diventano fondamentali. Fondazione Mutagens nasce per accompagnare i pazienti con sindrome di Lynch o mutazione dei geni BRCA, favorendo prevenzione, ricerca e tutela dei diritti.
MI tumori ereditari rappresentano una piccola ma importante fetta dei casi oncologici: circa il 15% di tutti i tumori dipende da varianti patogenetiche ereditate. Parliamo di oltre un milione di persone, tra malati e portatori sani, solo in Italia. Per loro il rischio di ammalarsi può essere da 2 a 40 volte superiore alla media. Affrontare una diagnosi di cancro con una mutazione genetica BRCA1 e BRCA2, sindrome di Lynch e altre varianti genetiche rare comporta non solo cure mediche, ma anche un percorso psicologico e sociale complesso. In questo scenario nasce Fondazione Mutagens, fondata da Salvo Testa nel 2020, per offrire un supporto concreto e multidimensionale a chi convive con una sindrome ereditaria legata al cancro.
Perché nasce Fondazione Mutagens
La genesi della Fondazione è legata all’esperienza personale del suo fondatore, portatore sano di mutazione BRCA1. “Nonostante in famiglia abbiamo avuto una dozzina di casi di tumore al seno e alle ovaie, soltanto di recente ho scoperto di essere portatore della variante patogenetica, BRCA1″ ci racconta Salvo Testa, presidente di Mutagens. Quando l’ho saputo ho informato i miei cari e ho maturato l’idea di creare un’associazione di pazienti che fornisse un supporto a 360 gradi, dalla presa in carico fino alle attività di ricerca per migliorare terapie e prevenzione”.
Testa ha deciso di trasformare un percorso individuale in una missione collettiva: creare una comunità che unisse pazienti, specialisti e istituzioni per migliorare prevenzione, cure e qualità della vita.
I servizi utili per i pazienti con sindromi ereditarie
Uno dei pilastri di Mutagens è la divulgazione attraverso articoli, interviste e notizie aggiornate sulle varianti patogenetiche e sulle sindromi eredo‑familiari. “Cerchiamo di coinvolgere i pazienti a partecipare alle chat legate alle diverse sindromi, per confrontarsi con altri malati. Abbiamo anche creato una rete di rapporti con ospedali, specialisti e società scientifiche, per orientare i pazienti verso le strutture ospedaliere più idonee e vicine. Infatti facciamo anche un lavoro di counseling, aiutando i malati a seguire il percorso migliore e dando priorità alle singole esigenze”.
La Fondazione organizza percorsi informativi rivolti non solo alle famiglie, ma anche ai medici di medicina generale, agli operatori sanitari e ai volontari. Il fund raising è un’altra area chiave: la Fondazione promuove raccolte fondi per sostenere la ricerca e coinvolge famiglie, aziende e enti pubblici e privati. Ricerca anche finanziamenti nazionali e internazionali per partecipare a progetti scientifici
Le mutazioni genetiche che espongono al rischio di tumori
“Non si eredita la malattia, ma solo un rischio più elevato di svilupparla” sottolinea Testa. “Conoscere la propria storia familiare e sottoporsi a un counseling genetico permette la diagnosi precoce”.
Uno dei problemi più urgenti per chi ha una mutazione genetica è, però, l’assenza di protocolli sanitari standardizzati. La fondazione Mutagens aiuta i pazienti a orientarsi nel sistema, suggerendo centri ospedalieri idonei, affiancandoli nel percorso diagnostico e indicando professionisti esperti.
Tra le sindromi più note rientra quella del cancro della mammella e dell’ovaio dovuta a mutazioni dei geni BRCA1 e BRCA2, che producono proteine oncosoppressori. Se mutati, questi perdono il controllo del ciclo cellulare, aumentando il rischio di tumori al seno e alle ovaie.
La sindrome di Lynch è invece una condizione ereditaria che accresce il rischio di cancro del colon-retto, dell’endometrio e di altri tumori; viene detta anche tumore del colon non poliposico ereditario (HNPCC).
Esistono poi sindromi rare come la poliposi adenomatosa familiare, la sindrome di Li‑Fraumeni o la sindrome di Cowden.
“L’esigenza più forte è una presa in carico attenta, perché il Sistema sanitario non ha ancora protocolli formalizzati e rodati, per esempio, con la garanzia della totale rimborsabilità di test genetici, esami, interventi e terapie” dice Testa. “Noi offriamo un supporto e cerchiamo di personalizzare l’aiuto. Per esempio, una madre potrà valutare interventi chirurgici preventivi mentre una giovane senza figli dovrà valutare la questione della fertilità. Infine, i pazienti oncologici hanno bisogno di essere ascoltati e noi vogliamo dare loro voce, davanti alle istituzioni, al mondo sanitario e a quello della ricerca”.
Mutagens oggi lavora con istituzioni e partner come AIMaC e FAVO per sensibilizzare l’opinione pubblica, gli stakeholder della salute e i decisori politici sulla necessità di protocolli di diagnosi precoce e prevenzione per i soggetti ad alto rischio
Come sostenere Mutagens
Chi desidera sostenere la missione può diventare partecipante, volontario o donatore. Sul sito della fondazione è possibile trovare le modalità di adesione e contributo. Partecipare significa offrire la propria esperienza e il proprio supporto a chi vive l’esperienza del tumore ereditario.
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