Il miele è un potente cicatrizzante naturale, da sempre noto per le sue proprietà curative. Oggi occupa un posto di rilievo anche nel trattamento delle lesioni oncologiche. Attenzione: non stiamo parlando del miele alimentare, quello che troviamo sugli scaffali di negozi e supermercati. Ci riferiamo al miele di grado medico sterilizzato mediante irradiazione gamma, un procedimento che, senza alterare le proprietà organolettiche, rende il miele sicuro per l’utilizzo in ambito clinico. Questo tipo di miele possiede un’efficacia terapeutica comprovata, particolarmente utile per le ferite oncologiche, spesso difficili da cicatrizzare. Ne parliamo insieme alla dottoressa Rosa Colella, Infermiera specialista in Vulnologia e Ricerca Clinica presso il Policlinico San Matteo di Pavia, che ogni giorno tocca con mano le cicatrici post operatorie dei pazienti oncologici.

Un efficace antibiotico naturale

Le ferite oncologiche rappresentano un problema costante per i malati di cancro per via della loro tendenza a non cicatrizzare e a sviluppare infezioni, a causa dell’abbassamento delle difese immunitarie indotto dal cancro e dai trattamenti oncologici. “Effettivamente, nei pazienti oncologici, sottoposti a radioterapia e chemioterapia, il sistema immunitario risulta spesso compromesso. Quando l’assunzione degli antibiotici è limitata o può interferire con le terapie, il miele è una valida alternativa per la gestione di infezioni di bassa o media entità” spiega la dottoressa Colella. “Serve a contrastare gli iniziali segni cutanei ed è anche molto efficace per la prevenzione in ulcere a elevato rischio infettivo. Questo perché il miele di grado medico ha spiccate proprietà antiossidanti, antinfiammatorie e antibatteriche”.
Il miele come cicatrizzante naturale agisce grazie a un insieme di fattori e meccanismi, tutti completamente naturali. Ha l’efficacia di un antibiotico naturale grazie alla presenza di perossido di idrogeno, un potente disinfettante per le ferite, e a un pH relativamente basso (pH 3,5) che inibisce la proliferazione batterica.
“Basti pensare che, se per lo sviluppo dei patogeni comuni serve un pH di 4,5, un pH inferiore come quello del miele medicale è abbastanza basso da inibire lo sviluppo di diversi batteri” precisa l’esperta. “Non va dimenticato, poi, che la capacità del miele di rimuovere il tessuto morto più in fretta accelera il processo di guarigione, offrendo una risposta concreta per le ferite che non cicatrizzano”.

I benefici del miele nella cicatrizzazione

Le condizioni di salute compromesse dal cancro e anche l’età del malato possono rendere difficoltosa la guarigione e mostrare una ferita che non cicatrizza o che fatica a farlo. A volte, provoca prurito ed è opportuno occuparsi di questo disagio, con una pulizia accurata e mantenendo la pelle morbida e idratata.
Anche in questi casi, il miele aiuta la ferita a rimarginare in modo naturale e assicura sollievo. I vantaggi di utilizzare il miele come cicatrizzante naturale comprendono, infatti, una valida azione lenitiva, come ci spiega l’esperta: “Il miele aiuta a ridurre il dolore, il prurito e contrasta il cattivo odore che spesso si associa alle ulcere neoplastiche. Questi sono benefici preziosi perché migliorano la qualità della vita dei pazienti oncologici”.

Il miele medicale protegge anche dalla chemio

Sono stati condotti diversi studi clinici che utilizzano il miele per vari tipi di lesioni – ustioni, ulcere e ferite post-chirurgiche – con ottimi risultati sia in termini di guarigione che di prevenzione e trattamento dell’infezione.

“Certamente – conferma la dottoressa, – il miele di grado medico può essere utile anche per il trattamento di lesioni secondarie correlate alla chemioterapia o alla radioterapia, come la radiodermite un’infiammazione della pelle causata dalle radiazioni ionizzanti. In questi casi, infatti, è possibile intervenire anche preventivamente, con un prodotto dedicato composto da miele puro e cera alba”.

L’importante è affidarsi sempre a professionisti per l’applicazione corretta e, quando necessario, utilizzare prodotti come le garze imbibite di miele medicale. “Per massimizzare i benefici del trattamento con il miele, è fondamentale, seguire protocolli adeguati e valutare il tipo di ferita insieme a personale qualificato” ci ricorda la dottoressa Colella.

Solitamente negli ospedali ci sono ambulatori dedicati ai quali rivolgersi. Altrimenti per contattare infermieri e specialisti nella cura della ferite, che hanno testato l’utilizzo del miele o ne conoscono le proprietà ci si può rivolgere all’associazione infermieristica AISLeC, costituita da personale specializzato in lesioni cutanee. Sul sito si trovano i contatti utili per ogni Regione, ai quali chiedere informazioni e supporto.

La produzione di miele medicale

Sono passati duemila anni da quando ai legionari dell’Impero Romano si applicavano impacchi di miele sulle ferite per impedire lo sviluppo di infezioni letali. Oggi si torna a studiare il miele e si produce quello di grado medicale che trova impiego anche in ambito oncologico.

Un esempio eccellente arriva dall’esperienza della dottoressa Tineke Creemers. Nel 1999 avvia insieme al Dottor Willem Jan Bosma un progetto di ricerca scientifica presso l’Università e il centro di ricerca di Wageningen (Paesi Bassi) per sviluppare le loro intuizioni sugli effetti del miele nella guarigione delle ferite. Le scoperte preziose sulla composizione di questo cicatrizzante naturale portano alla successiva produzione del miele. Che deve avvenire in un ambiente protetto in cui le api possono vivere e quindi produrre il nettare secondo standard elevati e senza eventuali rischi di contaminazione ambientale.

Ecco perché oggi si ritiene il miele medicale un cicatrizzante naturale molto utile anche per i malati di tumore e per chi segue le terapie. Utilizzato correttamente è una risorsa fondamentale per chi convive con le difficoltà di una ferita oncologica.
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In collaborazione con Bfactory Italia