Donne che camminano, corrono, ma soprattutto che sorridono e si abbracciano. Donne pronte a gridare che il tumore al seno è solo un passaggio della loro esistenza, non è la vita intera. Quello di Roma è l’appuntamento principale di Race for the Cure, manifestazione che ogni anno l’associazione Komen organizza nelle nostre città. L’evento, dopo Roma, prosegue anche con altre tappe nelle città di Bari, Bologna, Brescia e Matera.
Come funziona Race for the Cure
Se ne sente parlare ogni anno, soprattutto, in concomitanza dell’appuntamento di Roma, che diventa un momento di ritrovo e di festa per le migliaia di donne che raggiungono la capitale da tutta Italia. Ma come nasce e come funziona Race for the cure? Lo abbiamo chiesto a Violante Guidotti, direttrice di Komen Italia, associazione affiliata internazionale dell’organizzazione mondiale Susan G. Komen di Dallas, attiva da oltre 40 anni nella lotta ai tumori del seno.
Race for the cure è una manifestazione che unisce sport, salute e solidarietà aperta a tutti. Non importa quanto è lunga la Race, se decidi di correre o di camminare. Basta esserci e coinvolgere amici, familiari e colleghi per sostenere la manifestazione, unirsi alle Donna in Rosa nel sensibilizzare temi come la salute, la prevenzione e la solidarietà.
Partecipa alla Race e vai gratis al museo
Fino a non molto tempo fa il cancro era la “brutta malattia”, quella da non nominare nemmeno. Oggi, grazie anche al lavoro fatto dalle associazioni tumori al seno come Komen, è cambiata la percezione del cancro così come il modo di affrontare il tumore al seno che non è più qualcosa di cui vergognarsi. Rompendo vecchi tabù, oggi le donne mostrano con orgoglio fiocchi e maglie rosa.
“Nelle prime edizioni di Race for the cure a Roma, le famose magliette rosa erano di una tonalità chiara, quasi sbiadita, come se chi le indossava si vergognasse di farsi notare. Le donne mettevano anche un cappellino proprio per ripararsi dagli sguardi indiscreti. Adesso, invece, la marea di maglie rosa shocking colora le strade e accende l’orgoglio femminile. Un cambio di passo e di atteggiamento al quale noi dell’associazione Komen siamo molto orgogliosi di avere contribuito e di continuare a promuovere attivamente” dice Violante Guidotti.
Non solo: se indossi la maglia ufficiale della Race for the Cure, puoi visitare gratis anche i principali musei statali della città che ospita l’evento di Susan Komen Italia. Indossa la maglia e fatti aprire le porte degli affascinanti complessi museali.
Come iscriversi alla Race for the cure
Se hai sempre sognato di partecipare, puoi unirti adesso alle decine di migliaia di donne che non mancano mai l’appuntamento con la Race in onore di Susan Komen. Perché farlo? Perché a noi donne, che stiamo affrontando la malattia o abbiamo superato il percorso faticoso a cui ci obbliga un carcinoma al seno, serve sentirci ed essere unite.
La giornata in maglia rosa manda un bel segnale di incoraggiamento e serve a sensibilizzare l’opinione pubblica sull’importanza della prevenzione del tumore al seno.
Iscriversi alla Race for the cure è facile: puoi farlo online, entro una settimana circa dall’inizio della corsa, e scegliere di ricevere a casa il kit con maglietta e zainetto, oppure puoi iscriverti e ritirare tu il kit.
Quando si corre la Race for the cure
Vuoi conoscere le prossime date previste per il 2024? Concluse le tappe della Race for the cure a Roma e della Race a Bari di maggio, ci aspettano altre tre corse speciali, alle quali puoi iscriverti on line. Le prossime città in cui quest’anno si corre la Race for the cure sono:
- Race for the cure a Bologna: 20-22 settembre 2024
- Race for the cure a Brescia: 27-29 settembre 2024
- Race for the cure a Matera: 27-29 settembre 2024
“Il tumore spesso cancella il calore dei rapporti umani perché si prova un senso di vergogna per i capelli che cadono e per un corpo che magari si trasforma.
La Race for the Cure, invece, dimostra che è meglio riconoscersi anziché nascondersi. Le pazienti oncologiche con addosso la maglietta rosa sono parte di un gruppo composto anche da chi è già guarita. Comprendono che la malattia si può vivere alla luce del sole con il sostegno e la partecipazione di mariti, amici e colleghi che infatti non mancano mai alle Race delle diverse città”.
Chi è Susan Komen?
Komen è una fondazione nata negli Stati Uniti negli anni Ottanta, su iniziativa di Nancy Brinker. Quando Susan G. Komen, morì di cancro al seno a soli 36 anni, la sorella minore Nancy decise di dare vita alla Susan G. Komen Breast Cancer Foundation nel 1982. Nancy era convinta che se ci fosse stata maggior informazione e prevenzione, l’esito del tumore al seno di Susan Komen sarebbe potuto essere diverso. Durante il difficile percorso della malattia Nancy promise alla sorella che avrebbe fatto il possibile per cambiare il sistema e la mentalità così che altre donne non provassero dolore, vergogna e mancanza di speranza con le quali Susan Komen aveva vissuto l’ultimo periodo della sua vita.
Cosa fa l’Associazione Komen in Italia
Alcuni anni dopo, il professor Riccardo Masetti – oggi Direttore del Centro di Senologia della Fondazione IRCCS Policlinico Universitario Agostino Gemelli IRCCS- scoprì l’Associazione Komen. Conobbe Nancy, la sorella di Susan Komen, e rimase folgorato dalla sua attività in prima linea contro il carcinoma alla mammella. Così, decise di portare il progetto in Italia come primo affiliato europeo della Susan G. Komen di Dallas.
“Dal 2000 a oggi, la nostra realtà è cresciuta parecchio: ci siamo strutturati con 6 comitati regionali, e abbiamo raccolto più di 20 milioni di euro che abbiamo investito in oltre 1.000 iniziative”, ci racconta Violante Guidotti. “Tra i tanti progetti che ci stanno più a cuore, voglio segnalare il Centro per le terapie integrate al Policlinico Gemelli di Roma. Qui le pazienti oncologiche possono sottoporsi a quei trattamenti che non sostituiscono le cure classiche, ma aiutano a sopportare meglio le terapie, come la mindfulness, l’agopuntura o la musicoterapia”.
Screening gratis nelle Carovane di Komen
Oltre alla Race for the cure e alla creazione del Centro per le terapie integrate, ci sono altri eventi organizzati dall’associazione Komen Italia molto apprezzati, come la Carovana della prevenzione.
“Si tratta di quattro unità mobili con cui giriamo l’Italia e regaliamo visite gratuite a chi non può farle perché vive lontano dagli ospedali, ha problemi economici o paura dell’esito degli esami. Il progetto è nato nel 2007, con la prima unità mobile donata da Johnson & Johnson. Ed è andato così bene che oggi abbiamo 4 Unità Mobili di Prevenzione Senologica, una Unità Mobile di Prevenzione secondaria Ginecologica, una Unità Mobile Polifunzionale di Prevenzione Primaria e Secondaria” spiega Violante Guidotti.
“Con le nostre Carovane abbiamo raggiunto 17 regioni italiane, offrendo a oltre 250.000 donne prestazioni mediche gratuite. Le Carovane della prevenzione offrono, infatti, esami diagnostici, visite ginecologiche, oltre che consulenze specialistiche e laboratori. Insomma, assicuriamo un servizio di prevenzione che può fare davvero la differenza per molte donne”.
La priorità di Susan Komen e delle associazioni contro i tumori al seno
Ricordiamoci che oggi in Italia, ogni anno vengono diagnosticati circa 55 mila casi di tumore al seno e le pazienti sono sempre più giovani: la prevenzione è fondamentale perché permette cure più efficaci.
“La sfida è arrivare a quel momento in cui non ci sarà più bisogno dell’attività delle associazioni contro i tumori al seno. Purtroppo non è ancora così, quindi noi di Komen Italia andiamo avanti e portiamo la prevenzione dove non arriva. Come sull’isola di Ventotene, dove non c’è un ecografo, per esempio. Le donne si occupano della famiglia, dei figli, lavorano: insomma si prendono cura di tutti, ma alla fine si dimenticano di se stesse e allora noi camminiamo al loro fianco e accorciamo le distanza tra persone e prevenzione”.
Fedele allo spirito che ha mosso Nancy Brinker nella costruzione di un futuro senza le inutili sofferenze che hanno dovuto patire Susan Komen e tante altre donne come lei, anche l’associazione Susan G. Komen continua a lavorare al proprio sogno. “Desideriamo crescere, investire sempre di più per salvare tante donne”, ci dice la direttrice di Komen Italia. “Questo è un obiettivo che si può raggiungere solo attraverso la prevenzione e i migliori programmi di cura”.