Non ti ricordi più date e appuntamenti? Stai facendo la chemio e, tra i tanti effetti collaterali legati alla terapia, ti sembra che anche cervello e memoria non siano più in forma?
Tranquilla, non sei sola: soffri di chemo brain, un disturbo comune, che tocca 1 paziente su 3. Per aiutarti, abbiamo intervistato la Dottoressa Elisabetta Munzone, vice direttore della Divisione di Senologia all’Istituto Europeo di Oncologia, che ti spiega di tutto e di più su questo problema e ti suggerisce i consigli per superarlo.
Leggi subito il nostro articolo e guarda i video con tutte le informazioni in pillole.
Che cos'è il chemo brain e che sintomi ha?
“La definizione arriva dai nostri amici anglosassoni e significa cervello da chemioterapia. A volte si usa anche l’espressione ‘foggy brain’, nebbia cerebrale. In pratica, durante o dopo la chemio, le donne in cura per un carcinoma al seno hanno difficoltà a concentrarsi, si sentono più smemorate del solito. Il problema colpisce anche chi non fa la chemio ma altri trattamenti. I sintomi sono diversi e variano da persona a persona. In genere, le pazienti lamentano perdita di memoria a breve termine, difficoltà a concentrarsi, a pensare con chiarezza e a fare più cose alla volta. Si sentono poi meno organizzate del solito, a volte dimenticano le parole mentre parlano. E spesso sono stanche e affaticate, con poca energia”.
Il chemo brain è un disturbo transitorio o permanente?
“Di solito il problema interessa fino a 1 paziente su 3. A volte può durare anche 2 o 3 anni dopo la fine dei trattamenti ma, in media, si risolve entro 12 mesi. Nel 10-15% dei casi abbiamo degli effetti a lungo termine, allora si consiglia di indagare e valutare altre cause”.
Come si contrasta il chemo brain? Ci sono esercizi o piccoli trucchi da mettere in pratica nella vita di tutti i giorni?
“Le pazienti ci chiedono spesso se esistono farmaci contro questo disturbo, ma purtroppo la risposta è no. Uno studio, però, ha evidenziato l’utilità degli integratori alimentari, come i probiotici. Di certo, è utile tenere un diario, anche per notare se ci sono dei fattori scatenanti, come lo stress o i cali di zucchero; consiglio anche di usare agende, calendari del telefono e sveglie per annotare dettagli e appuntamenti. Meglio pianificare le giornate molto impegnative e, per esempio, prepararsi in anticipo le domande per un appuntamento, concentrandosi sempre su un impegno alla volta. Fanno benissimo anche i giochi e le app che allenano il cervello e un’attività fisica costante, come camminare e andare in bicicletta. Diverse ricerche hanno sottolineato i benefici dello yoga e della mindfulness, tanto che anche la nostra divisione di Psiconcologia propone queste attività alle pazienti. Un altro approccio ancora in fase di studio è quello sulla riabilitazione cognitiva, una vera e propria riabilitazione al cervello per migliorare l’apprendimento”.
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