Noi di Koala Strategy lo abbiamo ripetuto più volte: quando un terremoto come il cancro ti travolge, servono tutti gli alleati possibili, come i migliori specialisti, l’affetto di famigliari e amici, la medicina classica e quella complementare. E non solo: in momento così critico, è davvero importante prendersi cura anche della mente e del proprio benessere psicologico.

Ecco perché ti presentiamo con piacere una nuova amica di Koala Strategy, una specialista da anni al fianco dei pazienti oncologici e delle loro famiglie, la dottoressa Luigia Carapezza.

Dottoressa, ci racconti qualcosa di lei…

“Sono psiconcologa, psicoterapeuta cognitivo-comportamentale e consulente in sessuologia. Da sempre il mio ambito d’elezione è la psico-oncologia. Fin dal tirocinio post lauream ho mosso i primi passi in onco-ematologia pediatrica, ispirata da un progetto destinato ai piccoli pazienti e poi animata dal desiderio di continuare la mia formazione in un contesto difficile, dove la malattia avesse un impatto notevole su tutti gli ambiti dell’esistenza e di conseguenza il ruolo dello psicologo fosse necessario per rispondere ai bisogni psico-sociali emersi dopo la diagnosi. Terminata l’esperienza con i bambini, ho lavorato in oncologia medica presso l’Arnas Garibaldi di Catania e negli ultimi due anni ho assistito pazienti con diagnosi di tumore dell’apparato genito-urinario nel reparto di Urologia dello stesso presidio ospedaliero. Un aspetto fondamentale della mia esperienza è che ho sempre lavorato nel team  oncologico, mai in servizi esterni al reparto. Questo mi ha permesso di maturare un’esperienza specifica in psico-oncologia garantendomi un osservatorio privilegiato attraverso cui ho potuto fare esperienza di tantissime storie di vita e di malattia dall’esordio dei sintomi al fine vita… Ma del valore aggiunto per il professionista e per i pazienti di appartenere a un team multidisciplinare, magari ne parleremo di più in un’occasione dedicata all’argomento”.

Che cosa fa nel concreto uno psiconcologo?

“Per comprenderlo, è bene fare una premessa. Il tumore e i suoi trattamenti possono causare sulle persone non solo effetti fisici ma anche psicologici, cognitivi e sociali. Possono in qualche modo compromettere le relazioni con gli altri, la vita lavorativa, la fiducia in se stessi, la vita di coppia e persino la sfera sessuale. Di conseguenza lo psicologo, quando è necessario, interviene per aiutare le persone a ridurre la sofferenza causata dalla “convivenza” con la malattia. Aiuta a disinnescare la carica emotiva generata da questo “ospite” indesiderato ed evitare, per esempio, che il paziente cada in preda al panico o si svegli la notte col batticuore per la forte ansia, o che trascuri la sua vita quotidiana perché le cose che un tempo gli piacevano adesso sembrano aver perso significato. Inoltre può offrire supporto a una madre sopraffatta dall’angoscia di parlare con i propri figli della malattia perché teme di spaventarli. Per tutte queste ragioni e non solo, lo psicologo propone interventi dedicati alla gestione delle emozioni intense, come la rabbia, la tristezza. Supporta il paziente affinché impari a rispondere con comportamenti più adeguati allo stress e lo aiuta quando deve prendere decisioni difficili; cura il sonno per favorire il riposo e il rilassamento. Insieme ai genitori trova la maniera più adatta per comunicare la diagnosi ai piccoli di casa; favorisce la comunicazione con i medici. Infine, propone interventi dedicati alla coppia quando per esempio la malattia è responsabile di disfunzioni sessuali. E molto altro”.

Perché è utile questo percorso e quanto può durare?

“È utile per tutte le ragioni accennate prima e ce lo dice anche la scienza. Ormai da tantissimi anni è riconosciuta l’importanza della salute mentale nella cura del cancro. Prima di tutto lo psico-oncologo si propone di migliorare la qualità della vita delle persone e allo stesso tempo favorisce il pensiero che si possa trovare un modo di affrontare le difficoltà senza perdere la speranza affinché si possa vivere una vita degna e significativa malgrado le incertezze e le difficoltà legate al tumore. Purtroppo, nella stragrande maggioranza dei casi, i bisogni psico-sociali dei pazienti sono disattesi, spesso per mancanza di personale. Chiacchierate come la nostra sono occasioni preziose per condividere la necessità di garantire a tutti i pazienti che ne hanno bisogno di ricevere il supporto più adeguato al caso.Le tempistiche? E’ difficile rispondere perché ogni storia è unica: la consulenza può esaurirsi in una seduta singola oppure può essere necessario un percorso di psicoterapia che può durare 3- 6 mesi, un anno o anche di più. A volte seguiamo una persona in modo continuativo, altre volte solo in alcune fasi o addirittura intervenendo al bisogno quando il paziente è ricoverato e lo psico-oncologo lavora presso il reparto di Oncologia”.

"Lo psicologo aiuta le persone a ridurre la sofferenza causata dalla convivenza con il tumore.  Aiuta a disinnescare la carica emotiva generata da questo “ospite” indesiderato ed evitare, per esempio, che il paziente cada in preda al panico o si svegli la notte col batticuore per la forte ansia, o che trascuri la sua vita quotidiana perché le cose che un tempo gli piacevano adesso sembrano aver perso significato".

Questo percorso si può fare anche a distanza?

“Certo, la pandemia ha avuto il merito di abituare le persone a questo genere di supporto. Inoltre spesso i pazienti mi hanno riferito di aver rinunciato alla consulenza psicologica a causa della distanza dell’ospedale. In tutti questi casi il supporto online in videoterapia sarebbe un’ottima soluzione. Personalmente ho lavorato negli ospedali e negli ambulatori, ricevo nel mio studio e anche online, sia per sedute individuali che di gruppo. L’importante è andare incontro al paziente e offrigli un supporto efficace e personalizzato”.