15 Minuti7 Aprile 2025

Conservare gli ovociti, perché e quando farlo


Perché è importante congelare gli ovuli davanti a una diagnosi di tumore? Perché anche se adesso una gravidanza non fa parte dei tuoi programmi, una volta guarita potresti voler diventare madre. Con la tecnica della crioconservazione degli ovociti una donna con il cancro può proteggere la sua fertilità e curarsi senza rinunciare al desiderio di maternità. Ne parliamo insieme a un’esperta indiscussa, che nella sua carriera ha fatto nascere 5.000 bambini

Oggi è possibile preservare la fertilità per dare la vita un domani, dopo aver rischiato di perderla con il tumore. Tutto merito della crioconservazione degli ovociti, la tecnica di congelamento degli ovuli che si effettua prima di cominciare le terapie di cura per il cancro. Ne parliamo con la professoressa Eleonora Porcu, pioniera della procreazione assistita, docente universitaria e per decenni a capo del centro Infertilità e PMA del Policlinico Sant’Orsola di Bologna. Con 5.000 gravidanze ottenute nel suo centro, prima della pensione ha avuto un’ultima grande soddisfazione prima della pensione: una gravidanza arrivata a termine, ottenuta fecondando un ovocita donato e congelato da 14 anni e poi impiantato nell’utero di una ex paziente oncologica con tentativi falliti alle spalle.

Il successo della crioconservazione degli ovuli

La crioconservazione degli ovociti è una delle tecniche di procreazione medicalmente assistita (Pma) più diffuse che permette alle donne di conservare gli ovociti prima che una patologia possa precludere il sogno di maternità. Le nuove vite dimostrano che il congelamento degli ovuli è la via giusta per la preservazione della fertilità in caso di tumore. Uno studio pubblicato sulla rivista scientifica Cancers riporta i risultati di 508 pazienti oncologiche con diversi tipi di neoplasie che, tra il 1996 e il 2021, hanno optato per il congelamento degli ovociti prima di iniziare le cure contro il cancro. Il lavoro di analisi raccoglie 25 anni di dati per dimostrare l’efficacia della terapia per la preservazione della fertilità nelle pazienti affette da tumori. Non solo numeri, ma nuove vite dimostrano che la crioconservazione degli ovuli è una strada ottima per la preservazione della fertilità in caso di tumore.

«È il primo articolo che raccoglie una casistica così ampia e che analizza la crescita e sviluppo a medio dei bambini nati con la tecnica della crioconservazione degli ovociti. Sono storie a lieto fine di figli che, senza il congelamento degli ovociti sotto azoto liquido, non sarebbero mai venuti al mondo».

Oltre un centinaio delle donne che hanno partecipato allo studio sulla crioconservazione degli ovuli si è sottoposto alla tecnica proprio al Policlinico Sant’Orsola di Bologna. Delle 44 che hanno provato a diventare madri attraverso la crioconservazione degli ovociti, 15 hanno portato a termine con successo la gravidanza.

“In pratica, una donna su 3 è riuscita ad avverare il suo desiderio nonostante la malattia” spiega la dottoressa Porcu. “È come se in questo modo si fermasse il tempo: gli ovuli che dieci anni fa erano di una ragazza di 28 anni, oggi hanno ancora 28 anni e se conservati correttamente possono sopravvivere anche 20-30 anni”. Infatti, gli ovociti vengono immersi nell’azoto liquido, un gas liquefatto che arriva alla temperatura di 196 gradi sotto zero, congelandoli. Dopo lo scongelamento, l’80% sopravvive e può essere usato per una fecondazione assistita. 

“Per le altre donne che ci hanno provato, il primo tentativo non è andato a buon fine, ma possono comunque confidare negli altri ovociti che hanno a disposizione. Con il congelamento degli ovociti conservati nella banca di ovuli presso la clinica della fertilità, è come avere da parte un tesoro che si può utilizzare una volta guarita o comunque pronte per la maternità”.

Cos'è e come avviene la crioconservazione degli ovociti

Con la crioconservazione gli ovociti si conservano per anni. Questa procedura permette, infatti, di congelare i tuoi ovuli prima di iniziare i trattamenti contro il cancro o di sottoporti all’intervento. Vediamo come funziona.

  • Innanzitutto, si inizia con la stimolazione ovarica: ti verranno somministrati farmaci ormonali che inducono le ovaie a produrre più ovuli maturi del normale. Durante questa fase, vieni monitorata attraverso ecografie e analisi del sangue per seguire lo sviluppo dei follicoli.
  • Quando i follicoli hanno raggiunto la dimensione ideale, si procede con il prelievo degli ovociti. Questa è una procedura che viene effettuata in day hospital sotto sedazione, in cui un medico utilizza un ago sottile guidato da ecografia per prelevare gli ovuli dalle ovaie. L’intervento dura generalmente dai 20 ai 30 minuti e, dopo un breve periodo di osservazione, puoi tornare a casa lo stesso giorno.
  • Gli ovuli raccolti vengono poi sottoposti a vitrificazione, una tecnica di congelamento rapido che preserva la qualità degli ovociti. Questi vengono conservati in azoto liquido a bassissime temperature fino a quando deciderai di utilizzarli.
  • In futuro, quando sarai pronta per una gravidanza, si scongelano gli ovociti e si fecondano così da trasferire gli embrioni ottenuti nel tuo utero per iniziare una gravidanza.

Questa è la sintesi della procedura che, grazie al congelamento degli ovuli, ti offre la possibilità di preservare la tua fertilità prima dei trattamenti oncologici che potrebbero comprometterla.

Eleonora Porcu, esperta PMA Procreazione Medicalmente Assistita

“Ho sempre avvertito con forza il dovere di agire per favorire la vita e il desiderio di maternità, soprattutto da parte di quelle donne che in seguito a un tumore vanno incontro a una insufficienza ovarica prematura che non consente di avere figli. Un’ingiustizia che mi ha spinto ad andare avanti su questa strada: i risultati raggiunti oggi sono eccezionali”

Parla la massima esperta di congelamento degli ovociti

“Ho iniziato a occuparmi di crioconservazione degli ovuli negli anni Novanta, circondata da dubbi e scetticismo generale” racconta la professoressa Porcu. “Pochi credevano alle possibilità offerte dalla crioconservazione degli ovociti”. L’idea che gli ovuli potessero sopravvivere dopo lo scongelamento e addirittura essere fecondati con successo fino a generare una gravidanza sembrava fantascienza. Come hanno raccontato anche sul Times: “Nel 1986 in Australia c’è stata la prima gravidanza, ma siamo stati noi siamo i primi ad applicare la tecnica con continuità per le pazienti oncologiche. Fino ad allora si pensava che fosse inutile congelare gli ovociti, le donne colpite dal cancro non avevano alternative”. 

Sì, perché il problema è che chi si sottopone a chemioterapia e radioterapia risente di effetti collaterali che possono causare anche amenorrea (assenza del ciclo mestruale) o una forte insufficienza ovarica, cancellando ogni speranza di essere madri una volta guarite dal cancro. 

“La priorità di tutto il mio percorso professionale è sempre stata rivolta alla soddisfazione di un obiettivo che a molte donne veniva precluso,” racconta la professoressa. “Per le donne colpite da alcune patologie tumorali sono necessarie terapie che comportano una conseguente insufficienza ovarica prematura. Si tratta di un effetto collaterale devastante per chi sogna la maternità perché, un tempo, non consentiva di avere figli. Invece io volevo trovare un rimedio a tanto dolore e mi sono dedicata a questa missione con determinazione: i risultati raggiunti oggi sono eccezionali”

Le prospettive per il futuro

Grazie al perfezionamento delle tecniche di vitrificazione, uno dei maggiori progressi compiuti nella riproduzione assistita negli ultimi anni, il tasso di sopravvivenza degli ovociti è in aumento. E si guarda con maggiore interesse anche alle prospettive future rappresentate sia dalla crioconservazione del tessuto ovarico, che mostrano già molti casi di successo, che del tessuto testicolare, ancora in una fase sperimentale. Perché quando la ricerca avanza anche le prospettive per il futuro migliorano.

Conservazione degli ovuli: le risposte a 7 dubbi

Si parla spesso delle nuove soluzioni per preservare la fertilità e realizzare il sogno della maternità anche dopo un percorso oncologico. Eppure, rimangono ancora dubbi e domande che chiedono risposta sulla crioconservazione degli ovociti, il congelamento degli ovuli e la maternità dopo il cancro. Abbiamo preparato risposte chiare e aggiornate per te che cerchi informazioni affidabili.

1 È possibile avere figli dopo aver superato un tumore?

Sì, la gravidanza dopo il trattamento del cancro è sicura sia per la madre che per il bambino e non aumenta il rischio di recidiva della malattia. L’importante è affrontare l’argomento prima delle cure – chemioterapia, radioterapia e cure antiormonali – così da scegliere la strada più adatta per preservare la fertilità. Le difficoltà maggiori si creano con i tumori ginecologici dell’endometrio, dell’ovaio e della cervice uterina, dove solo gli interventi di chirurgia di preservazione della fertilità, ovvero che preserva l’apparato genitale, possono consentire un futuro concepimento. Consultare il proprio oncologo e un esperto in fertilità è fondamentale per valutare la situazione individuale.​

2 Le terapie oncologiche influenzano la fertilità?

In base alla dose e ai farmaci utilizzati, la chemioterapia può causare l’infertilità temporanea o permanente e provocare la menopausa precoce. In base alle zone trattate, anche le radiazioni emesse dalla radioterapia per distruggere le cellule tumorali possono compromettere la fertilità di una donna. Anche la terapia anti ormonale può avere ripercussioni sulla fertilità, quando comporta la menopausa indotta. Prima di cominciare il percorso di cure bisogna approfondire ogni aspetto con i medici così da valutare insieme le opzioni per preservare la fertilità. ​

3 Quali opzioni esistono per preservare la fertilità prima dei trattamenti oncologici?

Le principali opzioni per preservare la fertilità quando ci si ammala di cancro includono: 

  • a crioconservazione degli ovociti, che prevede il prelievo e il congelamento degli ovociti, 
  • la crioconservazione degli embrioni che concede maggiori speranze alle donne  con una ridotta riserva di ovociti per via dell’età.
  • la trasposizione ovarica, ovvero lo spostamento delle ovaie in modo che siano lontane dall’area colpita da radioterapia.

La scelta della strategia più adatta a preservare la fertilità dipende da tanti fattori: l’età, il tipo di tumore e il tempo disponibile prima di iniziare le terapie.

4 Qual è l'età giusta per conservare gli ovociti?

L’età consigliata per la crioconservazione degli ovociti è prima dei 36 anni, poiché sia la qualità che la quantità degli ovuli diminuiscono con il passare del tempo. Congelare gli ovociti in giovane età, invece, aumenta le possibilità di successo in future gravidanze.

5 Quanto tempo possono rimanere congelati gli ovociti?

Gli ovociti si possono conservare congelati anche per decenni senza perdere la loro funzionalità. Non esiste un limite di tempo universalmente stabilito, l’importante consultare il proprio centro di fertilità per avere informazioni specifiche. ​

6 Quanto costa congelare gli ovociti in Italia?

Se non hai i requisiti per accedere alla crioconservazione degli ovociti coperta da SSN, devi effettuare il trattamento privatamente. In questo caso, il costo del congelamento degli ovociti varia generalmente tra 2.000 e 4.000 euro, a cui si aggiunge una tariffa annuale per la conservazione, che si aggira intorno ai 300 euro. Le tariffe variano in base ai centri, quindi è consigliabile informarsi presso diverse strutture per fare le opportune considerazioni prima di decidere.

7 La crioconservazione degli ovociti è gratuita per chi ha un tumore?

Il prelievo completo della crioconservazione degli ovociti in Italia è un trattamento gratuito a carico del Servizio sanitario nazionale rivolto alle donne con una diagnosi oncologica e con un’età inferiore a 40 anni. Ed è aperto anche alle donne con endometriosi o con malattie autoimmuni, in presenza di determinate caratteristiche di gravità o di compromissione della riserva ovarica.