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3 piccoli consigli su cui riflettere della scrittrice Michela Murgia

L’autrice sarda ha condiviso alcune sue riflessioni molto semplici e profonde. Tre verità universali e preziose per ogni malato oncologico che possono essere di ispirazione per affrontare il cammino verso la guarigione con serenità 

“Ho un tumore al rene al quarto stadio”. Così, come un fulmine a ciel sereno, la scrittrice Michela Murgia ha dichiarato al mondo la sua malattia. L’ha fatto prima attraverso le pagine del più importante quotidiano italiano, ogni giorno sui social, poi ancora nel suo libro Tre ciotole (Mondadori) e in ogni occasione pubblica.

La famosa autrice di Accabadora, il suo romanzo più noto, non si nasconde e proietta l’attenzione della gente su un carcinoma poco conosciuto e raccontato. Le sue parole potenti e le immagini che regala ai follower offrono ai pazienti oncologici l’occasione per piccole riflessioni, grandi verità sulla malattia. Una malattia che, attraverso le parole Michela Murgia, ci insegna, almeno, tre cose da metabolizzare e tenere presenti, come bussole che indicano la direzione del cammino di cura.

“Il percorso oncologico è debilitante e, soprattutto in certi momenti, monopolizza la giornata, ma ricordati che ci sei sempre tu, come persona, con le tue passioni, il lavoro, la quotidianità e i tuoi sogni”.

Parla, condividi e non nasconderti

Michela Murgia ha scelto di raccontare la sua malattia su un giornale, visto il suo ruolo di intellettuale, ma da quella prima confessione non ha mai smesso di parlare del tumore, con chiarezza e sincerità. Il cancro non può più essere un tabù, un marchio da nascondere e di cui vergognarsi. Anzi, come anche noi sottolineiamo spesso, parlare della malattia e condividerla con altre persone e pazienti oncologici, ti fa sentire meno sola, meno appesantita e ti aiuta a vivere in manera più normale questo percorso.

Amare: è una linfa vitale

La scrittrice sarda ha raccontato che nei prossimi mesi si sposerà e ha presentato la sua grande famiglia ‘queer’, fatta di fidanzato, amici, figli adottivi e legami che vanno al di là dei generi e delle convenzioni. Perché l’amore è linfa vitale, è una forza indispensabile per affrontare i momenti più cupi del percorso oncologico, perché infonde coraggio, speranza e dà la spinta a pensare al futuro. Murgia ci insegna che non è solo il sentimento che ti lega al partner, ma a qualsiasi persona importante nella tua vita.

Non sei la tua malattia

Un viaggio sull’Orient Express, l’acquisto di una casa, lo studio di una lingua e l’impegno politico… L’autrice ha raccontato di aver vissuto tante esperienze preziose dopo la diagnosi, perché ha deciso di godersi ogni istante e di non perdersi nulla. Il cancro non può e non deve prendersi tutto. Certo, il percorso oncologico è debilitante e, soprattutto in certi momenti, monopolizza ogni giornata, ma ricordati che ci sei sempre tu, come persona, con le tue passioni, il lavoro, la quotidianità e i tuoi sogni.

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