Novità cure tumore al seno: meno recidive e più sopravvivenza
Le ultime novità sulle cure per il tumore al seno da ESMO sono parecchie. Gli anticorpi coniugati per HER2 sono al centro degli ottimi risultati ottenuti dai nuovi farmaci. La terapia endocrina combinata abemaciclib e/o ribociclib potenzia i benefici nella cura dei tumori al seno ormonosensibili. Buone notizie anche per il trattamento del tumore al seno triplo negativo: le ultimissime terapie riducono il rischio di recidiva.
Dall’annuale appuntamento con il congresso ESMO arrivano le ultimissime news sul tumore al seno, confermando un tasso di sopravvivenza in crescita costante. Merito dello screening e delle continue innovazioni regalate dall’incessante ricerca medico scientifica, senza i quali questi incredibili passi avanti non sarebbero possibili.
Vediamo quali sono le ultime notizie sulle terapie dei principali tipi di tumore al seno.
Tumore al seno HER2-positivo: anticorpi coniugati
Nella cura dei tumori al seno, oggi sono sempre più al centro dell’attenzione gli anticorpi coniugati. Questa classe di farmaci agisce come un cavallo di Troia: l’anticorpo riconosce le cellule tumorali e rilascia al loro interno il farmaco citotossico, colpendo il bersaglio con precisione e risparmiando i tessuti sani.
Grazie ai risultati degli studi presentati all’ESMO 2025 di Berlino, gli anticorpi coniugati si confermano potenti terapeutici non solo quando la malattia è in fase avanzata, ma anche nella cura del tumore al seno in fase iniziale.
L’anticorpo coniugato più promettente è il Trastuzumab deruxtecan protagonista di due importanti studi di fase III, ovvero quella che precede l’avvio della nuova terapia, DESTINY-Breast05 e DESTINY-Breast11, condotti su pazienti con tumore al seno HER2 positivo.
DESTINY-Breast05 e DESTINY-Breast11: nuovi standard di cura neoadiuvante
DESTINY-Breast05. I dati hanno mostrato che il Trastuzumab deruxtecan, somministrato come terapia post-operatoria, ha ridotto del 53% il rischio di recidiva nelle pazienti con carcinoma mammario in fase iniziale HER2+, migliorando significativamente la sopravvivenza libera da malattia rispetto alla terapia standard T-DM1 (trastuzumab emtansine) attualmente utilizzata.
DESTINY-Breast11. Le buone notizie sono confermate anche dai risultati dello studio DESTINY Breast11, condotti su 927 pazienti con carcinoma mammario HER2+ inoperabile per le grandi dimensioni. Lo studio conferma che somministrare trastuzumab deruxtecan in fase neoadiuvante (prima dell’intervento chirurgico), al posto della chemioterapia tradizionale a base di antracicline, aumenta notevolmente le possibilità di eliminare completamente il tumore. Infatti, due terzi delle pazienti con tumore al seno HER2 positivo sottoposte allo studio hanno mostrato una risposta patologica completa, ovvero la totale scomparsa del tumore.
“Una paziente su tre con diagnosi di tumore al seno in fase iniziale è a maggior rischio di recidiva e con una prognosi sfavorevole, se non riceve un trattamento ottimale. Ottenere una risposta patologica completa, ovvero l’assenza di cellule tumorali nel seno e nei linfonodi durante l’intervento chirurgico dopo il trattamento neoadiuvante, è fondamentale per ridurre il rischio di recidiva” ha affermato il coautore dello studio, Santiago Escrivá de Romaní, oncologo all’ospedale universitario Vall d’Hebron e ricercatore del Breast Cancer Group del VHIO.
Purtroppo lo standard per il trattamento neoadiuvante di molti tumori al seno, include spesso le antracicline, chemioterapici che possono causare effetti collaterali secondari mal tollerati. “I dati emersi dalla nuova strategia di trattamento, invece, possono diventare un potenziale nuovo regime senza antracicline con maggiore efficacia e minore tossicità per le pazienti ” ha dichiarato lo specialista.
Benefici della terapia endocrina con abemaciclib e ribociclib
Per le donne che hanno ricevuto una diagnosi di tumore al seno ormonosensibile (HR+), ovvero il 70% dei casi, i farmaci che portano buone notizie sono gli inibitori delle cicline (CDK4/6)
Lo studio monarchE ha mostrato, dopo sette anni di follow-up, che l’aggiunta di abemaciclib alla terapia endocrina riduce il rischio di recidiva invasiva del 26,6% e il rischio di morte del 15,8% rispetto alla sola terapia endocrina. Il beneficio è particolarmente marcato nelle donne in premenopausa e in quelle con più di 4 linfonodi positivi. Gli effetti collaterali a lungo termine restano invariati, ma c’è una riduzione importante nello sviluppo di malattia metastatica.
Anche la combinazione di ribociclib ha prodotto risultati eccezionali nello studio di fase 3 NATALEE, che ha coinvolto oltre 5.000 pazienti con carcinoma mammario HR+/HER2– in stadio precoce. La somministrazione di ribociclib per tre anni insieme alla terapia endocrina ha prodotto una riduzione del 28% nel rischio di recidiva nei risultati a 5 anni, con il beneficio che continua a crescere anche dopo la fine del trattamento.
Tumore al seno triplo negativo: l’efficacia di nuovi farmaci
“Le opzioni di trattamento per le pazienti con carcinoma mammario triplo negativo avanzato sono limitate, soprattutto quando i tumori sono PD-L1-negativi” ha dichiarato la dottoressa Sara Tolaney, capo della Divisione di oncologia mammaria del Dana-Farber Cancer Institute e autrice principale dello studio ASCENT-03 sul carcinoma mammario triplo negativo. “Trovare nuovi trattamenti efficaci per questi pazienti è una priorità fondamentale.”
Circa il 60% di chi ha il tumore al seno triplo negativo metastatico presenta tumori privi del marcatore molecolare PD-L1. Questo significa che i tumori non rispondono agli inibitori dei checkpoint immunitari. Purtroppo la sopravvivenza a 5 anni per questi pazienti è molto bassa.
L’efficacia di Datopotamab deruxtecan e Sacituzumab Govitecan
Nello studio di fase 3 TROPION-Breast02, condotto su persone con tumore del seno metastatico triplo negativo, non candidabili all’immunoterapia, il farmaco con anticorpi coniugati datopotamab deruxtecan ha aumentato di cinque mesi la sopravvivenza globale, rispetto alla chemioterapia, e ha ridotto del 43% il rischio di progressione di malattia o mortalità. I risultati dello studio confermano che datopotamab deruxtecan offre una nuova opzione di cura alle persone con tumore mammario triplo negativo.
Lo studio di fase 3 globale ASCENT-03, sta monitorando l’uso di sacituzumab govitecan rispetto alla chemioterapia standard come trattamento di prima linea delle pazienti con il triplo negativo. Il sacituzumab govitecan è un farmaco con anticorpo coniugato che agisce sulla proteina Trop2 presente in alti livelli sulla superficie delle cellule di questo tipo di tumore. Quando il farmaco si lega a Trop2 rilascia il chemioterapico direttamente nei siti tumorali.
Attualmente il sacituzumab govitecan è approvato come trattamento di seconda linea per i pazienti affetti da carcinoma mammario triplo negativo in stadio avanzato. Purtroppo la metà dei pazienti non accede al trattamento di seconda linea.
“I dati di ASCENT-03 sono molto convincenti e supportano il sacituzumab govitecan come potenziale nuovo standard di cura per le pazienti con carcinoma mammario triplo negativo non trattato in precedenza che non possono ricevere inibitori dei checkpoint immunitari” dice la dottoressa Tolaney.
I risultati di entrambi gli studi confermano che gli anticorpi coniugati sono la nuova frontiera per controllare la malattia metastatica nel tumore al seno triplo negativo offrendo una valida alternativa alla chemioterapia convenzionale.
Nuovi orizzonti per l’immunoterapia CAR-NKT sul triplo negativo
Di dare notizie positive nella cura del tumore al seno triplo negativo, quello più aggressivo, non ci stanchiamo mai. Il nome già spiega il motivo della sua invincibilità: è un tipo di tumore privo di quei tre bersagli che rendono altri tipi di tumore al seno più facilmente trattabili con terapie mirate.
Però un’ottima notizia arriva dagli Stati Uniti. Un team di ricercatori dell’Università della California di Los Angeles, ha sviluppato una nuova terapia che potrebbe cambiare il piano di trattamento di questo tumore. Grazie a un nuovo tipo di immunoterapia, la terapia cellulare CAR-NKT potrebbe smantellare gli scudi protettivi del tumore.
La terapia sfrutta una cellula T killer naturale invariante, o cellula NKT, che prende di mira la mesotelina, proteina presente nelle cellule del cancro al seno triplo negativo.
Le cellule CAR-NKT, testate su campioni tumorali di pazienti con carcinoma mammario metastatico in fase avanzata, hanno ucciso le cellule tumorali eliminando anche le cellule immunosoppressori che i tumori reclutano come scorte.
“Le potenzialità vanno oltre il tumore al seno triplo negativo” ha detto Lili Yang, professoressa di microbiologia, immunologia e genetica molecolare e membro dell’Eli and Edythe Broad Centre of Regenerative Medicine and Stem Cell Research presso l’UCLA. “Una volta completati tutti gli studi preclinici sia per il carcinoma mammario triplo negativo che per il carcinoma ovarico, avvieremo i test clinici e dimostrare quello che questa promettente terapia può fare per i pazienti”.
Poiché la mesotelina è presente anche nei tumori ovarici, del polmone e del pancreas, la stessa cura potrebbe potenzialmente trattare diversi tipi di cancro difficili da curare con le attuali immunoterapie.
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