"Sono guarita dal cancro al colon grazie alla ricerca"
I recenti dati sulle guarigioni di tumore al colon e sopravvivenza a 5 e 10 anni evidenziano progressi significativi. Merito della diffusione della diagnosi precoce, di terapie avanzate, trattamenti personalizzati e stile di vita. Le nuove terapie e gli studi clinici migliorano le possibilità di cura anche per i pazienti con polipi intestinali maligni avanzati. Come ci racconta Maria Teresa Bighi con la sua testimonianza di guarigione dal cancro al colon.
L'importanza della prevenzione nel tumore al colon
Nonostante il tumore al colon sia una realtà concreta nella sua famiglia, quando deve incastrare i mille impegni che costellano la sua quotidianità, gli esami di prevenzione non sempre hanno la priorità.
“Negli ultimi anni ero sempre molto impegnata tra famiglia e lavoro. Alcuni anni fa, quando mi sono occupata anche di mio papà che ha avuto problemi di salute, ho saltato uno dei primi controlli fondamentali, ovvero lo screening per la ricerca del sangue occulto nelle feci ma stavo bene e non avevo alcun sintomo”.
Mai saltare lo screening
Lo screening per la ricerca del sangue occulto nelle feci è raccomandato a tutte le persone dopo i 50 anni. In farmacia si ritira la provetta per raccogliere un piccolo campione di feci, e poi la si riconsegna. Attraverso gli esami di laboratorio è possibile verificare se ci sono tracce di sangue occulte nelle feci. In caso di esito positivo, o viene richiesto di ripetere l’analisi o si passa alla colonscopia per visualizzare l’intestino attraverso l’inserimento di una sonda sottile con una micro telecamera. Se sono presenti piccoli polipi intestinali è possibile rimuoverli immediatamente. Maria Teresa, però, salta questo appuntamento fondamentale per la prevenzione del tumore al colon.
“La chemioterapia è stata difficile, lo ammetto. Mi ha portato diversi disturbi neurologici e in certi momenti ho dovuto sospenderla perché il mio fisico non la reggeva più. Io la paragonavo a un amico che ti sbatte la verità in faccia.
La diagnosi: Maria Teresa ha un carcinoma del colon T3
Un giorno, Maria Teresa accusa qualche sintomo, al senso di malessere segue il sangue nelle feci che fa scattare la preoccupazione. Così, si sottopone subito a una rettoscopia, esame che monitora la parte dell’intestino anale e rettale, a differenza della colonscopia che permette un’indagine più ampia. La rettoscopia individua però un piccolo polipo, quindi Maria Teresa deve fare anche la colonscopia per andare a fondo. Quando, infatti, le rettoscopia trova polipi di 1 cm o più, oppure quando sono piccoli ma con caratteristiche sospette è bene fare la colonscopia.
Durante la colposcopia, il quadro della patologia di Maria Teresa cambia. La dimensione del polipo è più grande del previsto, la biopsia evidenzia che si tratta di un carcinoma del colon T3. Serve l’intervento chirurgico. Invece di abbattersi, però, Maria Teresa si dà da fare per avere informazioni aggiornate su studi, ricerche e nuove cure del tumore al colon. “Ho deciso di aspettare un momento prima di sottopormi all’intervento. E di parlare della malattia per saperne di più. Parlare, confrontarsi senza paura è importantissimo. Io, proprio in questo modo sono venuta a conoscenza dell’esistenza di un gruppo di ricerca sperimentale che aveva un approccio diverso da quello tradizionale”.
“In quei giorni mi ripetevo che oggi dal tumore al colon si guarisce, perché i medici e la ricerca sono gli alleati migliori”
L'importanza della ricerca e le difficoltà della chemioterapia
Dopo un secondo consulto, Maria Teresa entra nel nuovo protocollo di ricerca. Invece di sottoporsi al classico intervento chirurgico per rimuovere il tumore, opta per un lungo percorso di cure, fatto di chemioterapia e radioterapia. “Ho iniziato a settembre del 2021 e ho finito a marzo dell’anno successivo. Ogni mese mi aspettavano esami e controlli per monitorare la massa maligna. Sono stati momenti davvero pesanti, ma sapevo che avrei dovuto seguire quella strada e l’ho fatto con convinzione”.
Tassi di sopravvivenza a 5 anni dal tumore al colon
- Stadio localizzato 91%
- Se il cancro si è diffuso ai linfonodi o organi vicini 73%
- Metastasi a organi lontani (come fegato o polmoni) 13%
- In media la sopravvivenza a 5 anni 63%
Alla guarigione dal cancro si arriva con l'affetto agli altri
“In quei giorni mi ripetevo che oggi dal tumore al colon si guarisce, perché i medici e la ricerca sono gli alleati migliori” dice con convinzione. La paura, però, è stata una triste compagna di quel periodo. C’erano giorni in cui Maria Teresa si chiedeva se il tumore al colon le avrebbe impedito di vedere crescere i nipotini o se sarebbe tornata la donna di sempre. La famiglia, il marito e le figlie, si sono stretti intorno a lei per sostenerla in quei mesi di cure.
“Anche se sembra difficile, inutile o doloroso, è importante non chiudersi mai in se stessi. Aprirsi agli altri, stare in mezzo agli amici e sorridere fa bene anche al sistema immunitario” racconta Maria Teresa mentre ripensa agli ultimi tempi della malattia, con ricordi che traboccano di affetto e gratitudine. “Gli amici si sono rivelati preziosi, i rapporti umani mi hanno spinta a guarire. Anche quando facevo le infusioni di chemio, in quelle ore passate sulla poltrona o sul lettino approfittavo per parlare al telefono con le persone care: non sentirsi soli ci rende più forti. Bisogna immaginarsi come un albero nella foresta: non è mai solo, ma cresce rigoglioso in mezzo agli altri. Poi mi ha aiutato molto anche la pet-therapy: avevo già un gatto e ne ho adottato un altro per godermi fusa e coccole a profusione”.
La guarigione dal cancro e i nuovi sogni
Un giorno, ad aprile, è arrivata la notizia più bella di sempre. “I controlli hanno mostrato che il tumore al colon non c’era più. La cura era stata un successo. Alcuni mesi dopo, in occasione dell’esame di controllo sono emerse nuove cellule maligne, rimosse con una escissione, ovvero l’asportazione chirurgica di una piccola parte di tessuto malato. Gli esami successivi hanno confermato che la malattia se n’è andata. Faccio follow-up ravvicinati, ogni tre mesi, e non potrei essere più contenta”.
La fiducia nella ricerca e negli affetti ha riportato il sole nelle giornate di Maria Teresa, che ora pensa al futuro. “Ho tanti sogni da realizzare. Non ho mai imparato a nuotare e vorrei farlo. Poi mi piacerebbe cantare. Adoro immergermi nella musica che libera la fantasia e ti fa sognare come i romanzi e i film fantasy. Sono risorse preziose perché spalancano le porte di un mondo dove io sto bene. Adesso vorrei trovare il coraggio di far uscire dal cuore la mia voce e cantare”. Allora, ci vediamo ai tuoi concerti Maria Teresa.
Tante novità in una mail!
La nostra newsletter ti segnala interviste con i medici, testimonianze di chi è guarito dal cancro e di chi lo sta affrontando. Trovi consigli utili per migliorare la qualità della vita e...
Tanta energia positiva!
Unisciti alla nostra Koalizione: insieme il cancro fa meno paura.