Se dovessimo descrivere Maria Teresa Bighi con un solo aggettivo, sceglieremmo sorridente. Anche quando rivive il suo percorso con il cancro, non perde mai l’ottimismo e prova ad analizzare questo ‘momento della vita’ senza scoraggiarsi. Mamma, nonna e imprenditrice (si presenta lei stessa così), questa 56enne che vive a Ferrara ha scoperto la malattia due anni fa e, in questo mese di marzo dedicato al cancro al colon, ti regaliamo il suo Cancer Confidential per donarti un po’ di grinta e speranza.

Il tumore al colon e l'importanza dello screening

La prevenzione è un dovere da non dimenticare mai. Maria Teresa lo sa bene ma spesso i ritmi altissimi della vita, con i suoi mille impegni, ci distolgono da questi appuntamenti. “Sapevo che mia nonna aveva avuto un tumore al colon. Poi ho scoperto che anche mio padre ne aveva sofferto, anche se all’epoca mi disse che si trattava solo di un polipo. Comunque ero sempre presa da tante cose: due anni fa, per esempio, mi sono occupata di mio papà che ha avuto problemi di salute, così ho saltato lo screening del sangue occulto (da fare ogni 2 anni dopo i 50), ma stavo bene e non avevo alcun sintomo”.

Un giorno, dopo una breve vacanza, Maria Teresa accusa qualche malessere. Il sangue nelle feci fa poi scattare un forte campanello d’allarme. Così, si sottopone a una rettoscopia che rileva un polipo. La tappa successiva è la colonscopia, ma durante l’esame lo scenario cambia. La formazione è più grande del previsto e la biopsia evidenzia che si tratta di un carcinoma. Lei reagisce subito: inizia a informarsi e parlare della sua patologia. “E’ stato fondamentale perché ho scoperto dell’esistenza di un gruppo di ricerca sperimentale che aveva un approccio diverso”.

“I momenti più difficili? La chemio. Mi ha portato diversi disturbi neurologici e in certi momenti ho dovuto sospenderla. Ma la paragonavo a un amico che ti sbatte la verità in faccia. I medici e la ricerca sono gli alleati migliori e in quei giorni mi ripetevo che oggi di cancro si può guarire".

L'importanza della ricerca e le difficoltà della chemioterapia

Così, dopo un secondo consulto, Maria Teresa entra in questo nuovo protocollo di ricerca. Invece del classico intervento per rimuovere ilo tumore, si sottopone a un lungo percorso di cure, fatto di chemioterapia e radioterapia. “Ho iniziato a settembre del 2021 e ho finito a marzo dell’anno successivo. Ogni mese mi aspettavano esami e controlli per monitorare la massa maligna. Sono stati momenti davvero pesanti, ma sapevo che avrei dovuto seguire quella strada e l’ho fatto con convinzione”.

“I momenti più difficili? La chemio, senza dubbio. Mi ha portato diversi disturbi neurologici e in certi momenti ho dovuto sospenderla perché il mio fisico non la reggeva più. Ma la paragonavo a un amico che ti sbatte la verità in faccia. I medici e la ricerca sono gli alleati migliori e in quei giorni mi ripetevo che oggi di cancro si può guarire”.

La paura è stata spesso un pesante macigno, una triste compagna di quelle giornate. Quelle in cui Maria Teresa si chiedeva se avrebbe mai visto crescere i sui nipotini o sarebbe tornata a essere la donna di sempre. Ma la famiglia, il marito e le figlie, si sono stretti intorno a lei e un giorno, ad aprile, è arrivata la notizia più bella di sempre.

“I controlli hanno mostrato che il tumore non c’era più. Dopo qualche mese sono emerse delle nuove cellule maligne, rimosse con una piccola escissione, ovvero l’asportazione di una piccola parte di tessuto malato. Gli esami successivi hanno confermato che avevamo vinto: la malattia se n’è andata. Faccio follow-up ravvicinati, ogni tre mesi, e non potrei essere più contenta”.

Amici, gatti e tanti sogni da realizzare

“Non chiudetevi mai. Anzi, apritevi agli altri, state in mezzo agli amici e sorridete: fa bene anche al sistema immunitario”. Maria Teresa regala ai pazienti oncologici questo consiglio e quando ripensa agli ultimi tempi i suoi ricordi traboccano di affetto e gratitudine. “Gli amici si sono rivelati preziosi, i rapporti umani mi hanno spinta a guarire. Anche quando facevo le chemio, ne approfittavo per sentire al telefono amici e parenti: non sentirsi mai soli ti rende più forte. E’ come nella foresta: un albero non è mai solo, ma cresce rigoglioso in mezzo a tutti gli altri. Poi mi ha aiutato molto anche la pet-therapy: avevo già un gatto e ne ho adottato un altro per godermi fusa e coccole a profusione”.

La fiducia nella ricerca e negli affetti ha riportato il sole nelle giornate di Maria Teresa, che ora pensa al futuro. “Ho tanti sogni da realizzare. Non ho mai imparato a nuotare e vorrei farcela e godermi una piccola casetta sulla spiaggia. Poi mi piacerebbe cantare. La musica e le storie fantasy sono sempre state una risorsa preziosa: entravo in questo mondi e stavo bene. E adesso voglio trovare il coraggio di far uscire dal cuore la mia voce”. Allora, ci vediamo ai tuoi concerti Maria Teresa…