“E poi ti accorgi che la vita è bella… Incredibilmente te ne rendi conto nei momenti più difficili, quando sei più fragile, i dubbi ti assalgono e le certezze si sgretolano.”

Ecco le parole di Alessandra, 58enne toscana, che nel 2021 ha ricevuto una diagnosi di tumore al seno. Giorno dopo giorno, ha visto la sua esistenza di prima sgretolarsi, dalla salute al lavoro, dalle amicizie alle passioni.

Oggi Alessandra sta riprendendo in mano la sua vita, e lo fa creando una linea di t-shirt “Thinkyellow”, il suo colore preferito, consapevole più che mai che i progetti e i propri sogni non vanno rimandati e che, se si vuole nulla, è impossibile. Così, per la rubrica Cancer Confidential, racconta a Koala Strategy la sua storia per condividere ogni emozione e, perché no, aiutare un po’ chi sta provando la stessa esperienza.

La diagnosi di cancro al seno e il lungo percorso di cura

Come tanti pazienti oncologici, Alessandra ricorda perfettamente quando tutto è cominciato. “Era fine giugno: mi stavo preparando per una visita cardiologica e ho sentito una specie di nocciolino al seno destro. Avevo sempre fatto i controlli e ho pensato potesse trattarsi solo di una semplice ciste, così sono andata subito dal medico. Per fortuna, sono riuscita a fare tutti gli esami velocemente e nel giro di pochi giorni è arrivata la diagnosi: era un carcinoma. Ho cercato di rimanere tranquilla e mi sono affidata agli specialisti”.

Ma questa iniziale tranquillità si infrange con i risultati della biopsia che evidenziano una situazione più seria: si tratta di un tumore Her 2 + e prima dell’intervento Alessandra deve sottoporsi alla chemioterapia. “Le quattro chemio rosse mi hanno devastato. Poi è stata la volta del mix con taxolo e monoclonali, che ha dato ottimi risultati. “Tra una chemio e l’altra ho fatto  l’intervento al seno per rimuovere il tumore e dopo mi sono sottoposta anche al ciclo di sedute di radio. Le terapie sono durate 22 mesi in tutto e poi è stata la volta dell’intervento preventivo di rimozione dell’utero e delle ovaie. Ora spero con tutto il cuore che questo percorso sia finito. Anche perché la chemio mi ha lasciato molto debilitata e mi ha causato una osteoporosi grave, per cui sono sempre a rischio frattura”.

“Alla fine del mio percorso ho voluto dedicare una delle mie T-shirt intitolata ‘La vita è bella’ proprio a loro, creando in collaborazione con il "Comitato per la vita" una raccolta fondi per contribuire all'acquisto di un ecografo per la radioterapia”.

Il tumore e la solitudine

Gli effetti sul corpo sono stati pesanti, ma anche quelli sulla mente hanno minato ogni certezza della vita di questa donna. “Mio marito è stato il mio porto sicuro, non mi ha lasciata un istante. Ma quasi tutti gli altri amici sono scomparsi, si sono dileguati. Dalla diagnosi in poi, siamo rimasti soli e ho anche perso il lavoro”.

Alessandra cerca di vivere il suo percorso oncologico nel modo più ‘naturale’ possibile.  “Anche durante i momenti peggiori cercavo non vedermi malata, curavo il mio look e indossavo una parrucca. Non volevo che la malattia si impossessasse di me. Per la prima volta nella mia vita, non lavorando, ho avuto tanto tempo libero e appena ritrovavo un po’ di forze fra una chemio e l’altra, mi regalavo lunghe passeggiate al tramonto sul mare, che mi aiutavano a guardare oltre il tumore e ad apprezzare sempre di più la vita”.

“Un grande aiuto sono stati per me anche i medici e gli infermieri dell’ospedale Misericordia di Grosseto, che mi hanno sostenuta e rassicurata fin dall’inizio. Ecco perché alla fine del mio percorso ho voluto dedicare una delle mie T-shirt intitolata ‘La vita è bella’ proprio a loro, creando in collaborazione con il “Comitato per la vita” una raccolta fondi per contribuire all’acquisto di un ecografo per la radioterapia”.

“Il futuro? Voglio imparare a volermi bene ”

Oggi Alessandra cerca di riconquistare un nuovo equilibrio, riscoprendo le passioni di sempre, come la musica, il ballo, l’amore per gli animali e le passeggiate a contatto con la natura. “Durante i mesi di cure e dolore,  ho capito che l’esistenza è molto di più di un buon posto di lavoro o delle solite amicizie. La malattia mi ha fatto vedere tutto sotto un’altra luce, un’altra prospettiva. Non faccio più progetti a lungo termine ma vivo alla giornata, consapevole che il tempo è la cosa più preziosa e che, soprattutto, non va mai dato per scontato”.