A prima vista sembra un’impresa impossibile la sola idea di coniugare la fertilità delle donne con le terapie oncologiche, soprattutto quando ci si prepara ad affrontare il cancro e ogni giornata non appare più scontata. “Infatti, è fondamentale avere tutte le informazioni corrette e complete. Ogni donna deve sapere che ci sono molte possibilità perché la malattia non distrugge necessariamente il sogno di diventare mamma” spiega la dottoressa Simona Vailati, ginecologa direttrice sanitaria nella clinica Generalife di Milano. “La scienza ci offre tante risorse e le probabilità di successo aumentano, quindi è giusto che oncologo e ginecologo collaborino per dare alla paziente tutto il meglio il meglio”.
Crescono i numeri della procreazione assistita
L’infertilità in Italia è un problema caldo che influisce sul futuro demografico del Paese. Nel 2023, in Italia abbiamo toccato un nuovo minimo storico con sole 379.000 nascite, con una media di 1,20 figli per donna, ben lontana dal 2,70 registrato nel 1964.
Il fenomeno dell’infertilità, che colpisce oggi il 15% delle coppie italiane, è causato in parti uguali da fattori maschili e femminili. Particolarmente significativo è l’impatto dei trattamenti oncologici sulla fertilità: il 3% delle diagnosi tumorali riguarda infatti persone sotto i 40 anni, con conseguenze potenzialmente devastanti sulla capacità riproduttiva. La risposta medica a questo problema è testimoniata dai numeri della Procreazione Medicalmente Assistita (PMA). Dai dati raccolti dal Registro Nazionale della Procreazione Medicalmente Assistita (PMA), risulta che negli ultimi vent’anni i trattamenti e le gravidanze sono raddoppiate con oltre 217.000 bambini nati grazie alla PMA.
Sempre più donne si affidano alle tecniche di oncofertilità
Un segnale positivo arriva anche dalla preservazione della fertilità in ambito oncologico: nell’ultimo decennio, più di 3.500 pazienti hanno intrapreso questo percorso, con 2.148 casi di conservazione degli ovociti e 1.371 di crioconservazione di tessuto ovarico. Questi dati evidenziano come l’infertilità sia ormai una questione centrale che richiede l’approccio integrato dell’oncofertilità, ovvero l’approccio multidisciplinare offerto da specialisti di diverse aree, a seconda del tipo di tumore.
La dottoressa Simona Vailati conosce bene lo smarrimento delle pazienti che hanno ricevuto da poco la diagnosi di cancro e vedono i loro sogni di maternità in frantumi. “Queste persone devono sapere che prima di affrontare le cure per il tumore si può pensare alla fertilità, preservando la propria riserva ovarica. C’è chi rifiuta questa opportunità e non ha la forza di pensare al futuro e chi, invece, accoglie questa possibilità. Ma è una scelta che possono compiere solo dopo avere ricevuto tutte le informazioni”.
La maternità, un diritto per tutti
Il desiderio di maternità è un diritto che l’oncologia deve garantire ad un numero crescente di donne. E questo è uno degli obiettivi che si è prefissata fin dalla sua nascita l’Onlus Strada per un Sogno. “Dal 2013 abbiamo cambiato il modo di affrontare questi temi” spiega Stefania Tosca, vicepresidente dell’associazione dedicata al tema dell’infertilitá e al percorso per diventare genitori. “Abbiamo portato i medici al centro del palcoscenico e abbiamo instaurato convenzioni con i maggiori istituti che si occupano di Pma, di Procreazione medicalmente assistita. Poi abbiamo unito pazienti e specialisti perché potessero comunicare anche al di fuori dell’ospedale. L’associazione fa rete, sta al fianco delle coppie e punta su empatia e rapporti umani”.
Strada per un Sogno, in collaborazione con Milano Fertility Clinic riserva una promozione speciale fino al 31 dicembre 2024, con uno sconto sul prezzo di due trattamenti importanti:
PROMO ICSI omologa da 4.790 euro a 3.900 euro.
PROMO Crioconservazione ovociti da 2.490 euro a 2.000 euro.
La promozione è valida fino al 31 Dicembre.
Per maggiori informazioni, scrivere a ‘Strada per un Sogno’, segreteria@stradaperunsogno.org
Quante donne diventano madri con ovuli congelati
Quando si riceva la diagnosi di tumore diventa difficile credere alla possibilità di una gravidanza dopo la chemioterapia, la radioterapia, la terapia ormonale o addirittura l’intervento chirurgico. A seconda della patologia, la terapia oncologica può comportare la riduzione del numero dei follicoli, alterare l’equilibrio ormonale o interferire con il funzionamento delle ovaie, delle tube, dell’utero o della cervice. Ecco perché è bene pensarci in anticipo.
“Di solito, se la paziente vuole preservare la fertilità stabilisce con l’oncologo la tabella di marcia. Di solito si fa una terapia ormonale per circa una settimana per stimolare le ovaie a produrre ovociti. Si monitora la paziente e la risposta delle ovaie con le ecografie e quindi si effettua il pick up,” spiega la dottoressa. Il prelievo degli ovuli avviene sotto sedazione, con un semplice ricovero in day hospital. La crioconservazione degli ovuli, che prevede il congelamento in azoto liquido, permette di avere a disposizione gli ovuli per diversi anni.
“Ed è come avere a disposizione un piccolo tesoro, come lo definiscono molte donne che hanno seguito questo percorso. Un tesoro che, quando viene dichiarata la guarigione dal cancro, si può decidere di usare. Si scongelano gli ovociti e si uniscono al seme maschile. Dopo alcuni giorni il medico vede se ci sono gli embrioni e decide se e quanti impiantarne nell’utero” spiega la dottoressa Vailati. “Le percentuali di successo sono buone, perché i dati dicono che una donna su tre diventa madre”.
L’infertilità è certificata? Fai l’eterologa con il SSN
Le percentuali di successo sono condizionate dall’età della donna al momento della crioconservazione degli ovuli. “Infatti, se la paziente è già in là con gli anni, la crioconservazione non è una strada percorribile. Però, c’è sempre la strada della fecondazione eterologa, che richiede l’utilizzo di gameti donati da individui esterni alla coppia. In pratica, una volta guarita dal cancro, la paziente può usufruire di ovociti donati da giovani donne anonime per formare gli embrioni. In questo caso le percentuali di successo si attestano intorno al 60%”.
La fecondazione eterologa è una tecnica di procreazione medicalmente assistita (PMA) alla quale si può accedere tramite il Sistema Sanitario Nazionale solo se si è coppie maggiorenni, di sesso diverso, coniugate o conviventi, in età potenzialmente fertile, entrambi viventi con una certificata patologia che sia causa irreversibile di sterilità o infertilità per uno o per entrambi i partner. Si può ripetere la procedura per un massimo di 3 cicli.
Il social freezing per tutti
Questa è la situazione a oggi, ma l’associazione Strada per un sogno guarda lontano. “Ci piace pensare a un futuro dove il social freezing sarà una scelta normale per ogni giovane donna” sottolinea la vicepresidente Stefania Tosca. “Non sappiamo cosa accadrà nelle nostre vite, quali sfide e quali malattie dovremo affrontare e noi vogliamo sensibilizzare le donne su questi temi, sulla possibilità di crioconservare gli ovociti a prescindere, come prevenzione della fertilità”.
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