La leucemia, l’amore, la paura di morire e la voglia di vedere il mondo a colori, i pensieri profondi e le risate da ragazzo. Rocco Casillo è tutto questo. E’ un fiume in piena. Anzi, un mare azzurro increspato dalle onde, un’immagine che lui stesso usa molto quando si racconta. Napoletano, 22 anni, vive a Roma e studia psicologia.

Tra un esame e l’altro, ha anche scritto un libro di poesie e oggi, per la nostra rubrica “Cancer Confidential”, regala la sua testimonianza ai ragazzi alle prese con un tumore. Il motivo? Chi ha vissuto la malattia, ci spiega, è responsabile verso gli altri essere umani e può dare loro forza e speranza.

La diagnosi di leucemia mieloide cronica a 17 anni

La storia di Rocco ha inizio un giorno di gennaio di cinque anni fa. La mamma lavora come infermiera nel reparto di Oncologia pediatrica all’ospedale Gemelli di Roma e lo porta a fare degli esami insospettita da lividi e macchie sul corpo. Dopo la visita, lui torna a casa sereno, come se nulla fosse ma dopo qualche ora lo sguardo cupo del padre lo preoccupa. “Non lo avevo mai visto così agitato. Mi ha detto che dovevamo tornare in reparto perché le analisi erano sballate. Il tragitto da casa al Gemelli dura pochi minuti e attraversa un colle: in quel momento ho realizzato che forse avrei guardato quel paesaggio per l’ultima volta e che vedere il dolore delle persone al mio fianco era devastante”.

Dopo i controlli, ecco la diagnosi: leucemia mieloide cronica. L’aggettivo cronica, e le parole del medico, sembrano tranquillizzanti. Non è una patologia fulminante, gravissima, ma qualcosa da affrontare nel tempo. “Poi ho compreso che era una specie di spada di Damocle sempre sulla mia testa, qualcosa che ha squarciato il velo della quotidianità e ha cambiato il modo di vedere la vita”.

“Si può cadere molto in basso e quando hai il cancro succede spesso, però poi puoi rialzarti, come un'onda che va su e giù. Non devi per forza vedere tutto positivo, il mare non è fatto di calma piatta ma di tante onde".

Il tumore, l'amore e, ora, un libro

Già, la lente attraverso cui valutare eventi e sentimenti si fa più cupa, ma riesce a diventare anche colorata. Il primo pensiero, dopo la diagnosi, è terrificante: Rocco teme di di morire. Ma presto i pensieri vanno all’amore, a quella ragazza che è nella sua testa da tempo. “Non mi buttavo, ero troppo timido, però in quei momenti ho capito che magari non avrei avuto altre opportunità così ho vinto ogni freno. Oggi sto parlando da casa sua: io e Francesca stiamo insieme da cinque anni. La malattia è andata di pari passo con questa relazione e anche lei ha dovuto affrontare dolori e sfide importanti e ci siamo uniti ancora di più”.

L’amore porta con se anche ottimismo e voglia di sorridere. “Si può cadere molto in basso e quando hai il cancro succede spesso, però poi puoi rialzarti, come un’onda che va su e giù. Non devi per forza vedere tutto positivo, il mare non è fatto di calma piatta ma di tante onde”. Questo modo poetico di considerare e affrontare la malattia, ha spinto Rocco a scrivere anche un dolcissimo libro da titolo “Mi ho pensato”, che si può acquistare su Amazon.

“Mi sono ispirato alla teoria del filosofo Emmanuel Lévinas, secondo cui ognuno di noi deve provare umanità verso l’altro, perché il mondo può migliorare solo se ci dedichiamo agli altri. Il titolo indica proprio questo gesto di pensare al prossimo, non lasciarsi andare al nichilismo. Oggi dimentichiamo il dolore e la sofferenza, magari dei malati o degli immigrati, ma questa indifferenza annulla l’essere umano”.

La leucemia mi ha insegnato che il bello deve ancora venire”

Quando ricorda gli anni passati, Rocco dimostra una grande maturità e le sue parole diventano un esempio per i suoi coetanei. “I momenti peggiori? L’estate successiva alla diagnosi avevo organizzato una vacanza con gli amici in Calabria. Dopo poche ore dal nostro arrivo ho avuto la febbre a 40 e sono ritornato a casa con il cuore in gola, pensando che la leucemia si fosse aggravata. Anche durante un viaggio in Grecia mi è capitato un episodio simile e scoprirmi fragile è un duro colpo. Invece, il momento più bello è ora: non voglio pensare di aver già vissuto il meglio, anzi le cose più sorprendenti devono ancora arrivare”.

Rocco sorride e si rivolge proprio ai coetanei che stanno vivendo sulla loro pelle una patologia oncologica. “Diciamo ai giovani di affrontare questa sfida con leggerezza, ma seconda me questa arriva solo se si guardano le cose nella loro complessità. Ecco, bisogna guardare il mondo con gli occhi della speranza e della complessità”.

Rocco sorride ancora e si intimidisce quando si parla di sogni. “Fin da piccolo sognavo di fare il cantante, poi ho capito di non avere la voce giusta. Ma con il mio libro sono riuscito a trasmettere le mie idee e a far uscire la mia voce”.