Testimonianza leucemia mieloide cronica

Rocco: 'Ho la leucemia ed è come un'onda da cavalcare"

La storia di Rocco racconta della leucemia, dell’amore, della paura di morire e della voglia di vedere il mondo a colori. I pensieri profondi e le risate aperte di Rocco Casillo scorrono con la forza di fiume in piena. Anzi, come un mare azzurro increspato dalle onde, un’immagine che lui stesso usa spesso.

Napoletano, 22 anni, Rocco Casillo vive a Roma dove studia psicologia. Tra un esame e l’altro, ha anche scritto un libro di poesie e oggi arricchisce la rubrica ‘Cancer Confidential’ della sua testimonianza sulla leucemia. “Chi ha vissuto un tumore ha una responsabilità verso gli altri: con il racconto della propria esperienza si può dare loro forza e speranza” ci spiega.

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Le macchie sul corpo, segnale della leucemia

La storia oncologica di Rocco ha inizio un giorno di gennaio di cinque anni fa. La mamma lavora come infermiera nel reparto di Oncologia pediatrica all’ospedale Gemelli di Roma. Insospettita dai lividi e dalle macchie sul corpo del figlio, decide di portarlo a fare degli esami. Terminata la visita, Rocco torna a casa sereno, ma alcune ore dopo lo sguardo cupo del padre lo preoccupa. “Non lo avevo mai visto così agitato. Mi disse che dovevamo tornare subito in reparto perché le analisi erano sballate. Il tragitto di pochi minuti da casa al Gemelli attraversa una vallata. In quel momento pensai che forse stavo ammirando quel paesaggio per l’ultima volta. Ma la cosa più brutta fu vedere il dolore delle persone che mi amavano”.

Dopo i controlli, arriva la diagnosi: leucemia mieloide cronica. L’aggettivo cronica, e le parole del medico, sembrano tranquillizzanti. “A differenza di una leucemia linfatica acuta, la mia non era una patologia fulminante, gravissima, ma qualcosa da affrontare nel tempo” ricorda Rocco. “Poi ho compreso l’ambivalenza di questa notizia. Perché se da una parte è un forma di tumore che non scatena tutta la sua aggressività concentrandola, dall’altra è una presenza costante. Pesa sulla mia vita come una specie di spada di Damocle sulla testa. La conspevoezza di avere la leucemia cronica ha squarciato il velo della quotidianità e ha cambiato il modo di vedere la vita”.

La leucemia, l'amore e un nuovo libro

Il primo pensiero, dopo la diagnosi, è terrificante: Rocco teme di di morire. Per fortuna, i pensieri si spostano presto sull’amore, e su quella ragazza che è nella sua testa da tempo. “Non mi buttavo, ero troppo timido, però in quei momenti ho capito che magari non avrei avuto altre opportunità così ho vinto ogni freno. Oggi sto parlando da casa sua: io e Francesca stiamo insieme da cinque anni. La malattia è andata di pari passo con questa relazione. Anche Francesca ha dovuto affrontare dolori e sfide importanti e ci siamo uniti ancora di più”.

L’amore porta con sé anche ottimismo e voglia di sorridere. “Si può cadere molto in basso e quando hai il cancro succede spesso, però poi puoi rialzarti, come un’onda che va su e giù. Non devi per forza vedere tutto positivo, il mare non è fatto di calma piatta ma di tante onde”. Questa visione poetica su come affrontare la malattia ha spinto Rocco a scrivere anche la raccolta di poesie “Mi ho pensato”.

“Mi sono ispirato alla teoria del filosofo Emmanuel Lévinas, secondo la quale ognuno di noi deve provare umanità verso l’altro. Perché il mondo può migliorare solo se ci dedichiamo agli altri. Il titolo indica proprio questo gesto di pensare al prossimo, non lasciarsi andare al nichilismo. Oggi dimentichiamo il dolore e la sofferenza, magari dei malati o degli immigrati, ma questa indifferenza annulla l’essere umano”.

“Si può cadere molto in basso e quando hai il cancro succede spesso. Però puoi rialzarti, come fa un’onda. Non devi per forza vedere tutto positivo, il mare non è fatto di calma piatta ma dell’incessante moto ondoso”. 

La leucemia insegna che il bello deve ancora venire

Quando ricorda gli anni passati, Rocco mostra una grande maturità e le sue parole diventano un esempio per i suoi coetanei. “I momenti peggiori? L’estate successiva alla diagnosi avevo organizzato una vacanza con gli amici. A poche ore dal nostro arrivo in Calabria avevo la febbre a 40°. Sono ritornato a casa con il cuore in gola, pensando che la leucemia si fosse aggravata. Anche durante un viaggio in Grecia mi è capitato un episodio simile, scoprirmi fragile è stato un duro colpo. Invece, il momento più bello è ora: non voglio pensare di aver già vissuto il meglio, anzi le cose più sorprendenti devono ancora arrivare”.

Rocco sorride e si rivolge ai coetanei che stanno vivendo una patologia oncologica. “Suggerisco di affrontare questa sfida con leggerezza, che arriva solo se si guardano le cose nella loro complessità. Bisogna guardare il mondo con gli occhi della speranza e con apertura sulla complessità”.

Un ultimo pensiero riguarda i suoi sogni che confessa con un velo di timidezza. “Fin da piccolo sognavo di fare il cantante, poi ho capito di non avere la voce giusta. Con il mio libro di poesie, invece, sono riuscito a trasmettere le mie idee e a far uscire la mia voce”.

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