Quando parli con Michelle Sottile, ti senti avvolta da un calmo abbraccio perché questa donna emana subito dolcezza e tranquillità. Gli occhi sono puri e lo sguardo sembra quasi trasparente anche se puoi percepire l’oscurità che ha tormentato la sua anima. E in fondo la segna ancora. “Il cancro ha portato una nuova me” ci confessa. Così questa donna classe 1984, moglie e mamma di due bambine, ci apre il cuore con gioia perché sa che condividere significa sentirsi meglio e aiutare gli altri.

Durante l'allattamento della figlia, la diagnosi di tumore al seno

La sua storia prende il via a marzo 2020. Siamo in pieno lockdown, lei sta allattando la seconda figlia e si accorge di una piccola pallina al seno destro. Monitora la situazione e a giugno l’ecografia la tranquillizza. “Si trattava di un fibroadenoma benigno, da controllare dopo sei mesi. Addirittura, a un certo punto sembrava sparito e al tatto non sentivo più nulla. Ma poi ho avvertito un nodulo vero e proprio e una dottoressa, da cui sono andata per un altro controllo, mi ha suggerito di indagare più a fondo”.

Così, il 13 aprile 2021 Michelle si sottopone alla visita più difficile. La biopsia evidenzia un tumore al seno e segna l’inizio di un tunnel che questa donna sta ancora percorrendo. “Sembrava un carcinoma in situ, ossia all’inizio, da rimuovere con un’operazione e sono anche riuscita a essere ironica perché ho pensato che almeno mi sarei rifatta il seno. Ma l’esame istologico ha poi rivelato che c’era un altro tumore e che sarebbero servite la chemioterapia e i farmaci monoclonali”.

La paura di non avere più una vita normale

Quei momenti sono scolpiti nel cuore di questa donna. “Ricordo proprio l’istante in cui io e mio marito siamo usciti di casa e ci siamo messi in auto per ritirare il referto dell’istologico: c’era un silenzio incredibile, come se sapessimo già il responso, e quando il medico ci ha spiegato la situazione mi sono chiesta subito se sarei stata in grado di prendermi cura delle mie figlie e di avere una vita normale”. Michelle ha provato a puntare sull’ottimismo, ma poi è entrata in un vortice in cui ha perso il contatto con la realtà. “L’ignoto mi spaventa: mi domando come andranno le cure e se la malattia tornerà. La chemio mi ha fatto stare davvero male ma ero concentrata sulla tabella di marcia della terapia e ora, invece, sono in una fase di mantenimento in cui mi sento meno protetta”.

Il cancro e il contatto con le emozioni

Sentirsi ‘scoperta’, però, non è per forza negativo. Anzi. “Mi sono permessa di stare male, di entrare in un buco nero. All’inizio percepivo troppo rumore e invece volevo il silenzio e apprezzavo quasi la solitudine forzata dalla pandemia che mi ha costretto ad affrontare tante visite e cure da sola. Così sono entrata in contatto con le mie emozioni, soprattutto con la rabbia. Tuttora sono molto arrabbiata perché sono succube di questa situazione, devo accettare tutto. Ma attraversare dolore e sensazioni negative mi permette poi di ritrovare energie, di essere più calma e, soprattutto, di concentrarmi su me stessa. Ecco, il cancro mi ha ricordato che devo sempre ritagliarmi momenti per me e non scordare le mie priorità”.

“Attraversare dolore e sensazioni negative mi permette poi di ritrovare energie, di essere più calma e, soprattutto, di concentrarmi su me stessa. Ecco, il cancro mi ha ricordato che devo sempre ritagliarmi momenti per me e non scordare le mie priorità”.

Il tumore, le sue bambine e...lo yoga

Il viso di Michelle si rabbuia. Ma è solo un attimo e il sorriso torna quando parla delle sue piccole. Ha scelto di essere trasparente anche con loro, senza mai nascondere la malattia, e introiettando i loro insegnamenti. “I bambini ti insegnano a vivere il presente e a capire che tutto passa, ti costringono a non pensare troppo e a lasciarti andare alla lentezza.

In famiglia abbiamo continuato a essere ironici e scherzosi come sempre e io ho voluto mostrarmi con autenticità anche nelle fasi peggiori, come quando la chemio ha fatto cadere i miei capelli. Ho preferito rimanere me stessa e raccontarmi su Instagram per prendere consapevolezza del percorso e aiutare un po’ chi stava vivendo la stessa esperienza. Gli altri? All’inizio detestavo quando mi chiedevano ogni giorno come stavo, poi ho imparato a spiegare i miei bisogni. E su questo fronte l’affetto vince sempre”.

Insieme agli abbracci, Michelle ha superato gli ostacoli con la meditazione, lo yoga, gli oli essenziali e tante letture che hanno dato un significato a questa sfida. E ora prova ad aprirsi al futuro e a nuovi sogni. “Ho sempre lavorato nel settore commerciale delle multinazionali, ma da tempo provavo un po’ di insoddisfazione, mi mancava qualcosa. Così l’anno scorso, all’inizio delle terapie, mi sono licenziata e ho lasciato un posto molto ambito perché vorrei fare qualcosa di più utile. Mi sto prendendo del tempo, sento delle buone energie e non vedo l’ora di scrivere una nuova pagina della mia vita”.